Page 390 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
P. 390
390 il 1917. l’anno della svolta
militari. L’importanza di coordinare lo sforzo bellico, avvertita già nell’estate
1915 con la prima conferenza interalleata a Chantilly, sfociò in un coordinamento
strategico tra i vari Comandi Supremi degli eserciti alleati. A livello operativo
questa alleanza si distinse anche per lo scambio di unità tra il fronte francese ed
il fronte italiano. Dopo la rotta di Caporetto, nell’ottobre 1917, francesi e inglesi
inviarono divisioni in Italia per stabilizzare il fronte italiano. Le cinque divisioni
inglesi agli ordini del Generale Herbert Plumer, con un reggimento americano
18
e le sei divisioni francesi, formarono l’Italian Expeditionary Force. Arrivati
alla fine di ottobre 1917, non fecero in tempo a combattere nella battaglia di
Caporetto, ma vennero successivamente schierate sul Monte Grappa e su altri
punti del fronte. Il Generale Plumer ebbe un giudizio abbastanza tagliente
sull’esercito italiano dopo Caporetto, frutto anche del particolar momento vissuto
da un esercito che si stava riassestando dopo la batosta: le unità italiane, “pur
capaci di eseguire attacchi brillanti e tenaci difese, erano incapaci di attuare se
non le più elementari manovre, [..] ed apparivano incerte se chiamate a sostenere
19
un prolungato sforzo, sia in attacco che in difesa” .
Il giudizio di Plumer viene citato nel volume Military Operations, Italy 1915-
1919, parte della monumentale (109 volumi scritti tra il 1915 ed il 1949) History
of the Great War, la storia ufficiale delle unità britanniche nella Prima guerra
mondiale, equivalente dell’italiano L’Esercito italiano nella Grande Guerra. In
effetti, dopo la guerra, tutti i principali eserciti incaricarono i loro uffici storici
di provvedere a scrivere dei volumi sulle operazioni di guerra, con il duplice
compito di servire come narrazione ufficiale che di educare i propri ufficiali alle
guerre future. Vere proprie enciclopedie militari, queste storie ufficiali erano
prima di tutto nazionali e nazionalistiche, volte a mettere in risalto il proprio
esercito e sminuire l’impegno anche dei vecchi alleati. 20
Non deve sorprendere dunque che James Edmonds, il curatore della collezione,
definì polemicamente il modo di scrivere la storia della Grande Guerra da parte
italiana come “one-sided method of writing history” (una maniera unilaterale di
18 Sul contingente inglese, JohnDillon, ‘Allies Are a Tiresome Lot’: The British Army in Italy
in the First World War (Solihull, West Midlands: Helion, 2015); John Wilks and Eileen
Wilks. The British Army in Italy. 2013 (Barnsley: Pen & Sword Military, 2013); George
H.Cassar, The Forgotten Front: The British Campaign in Italy 1917 – 1918 (London [u.a.]:
Hambledon Press, 1998).
th
19 General Plumer’s Report of 20 January 1918, cited in J.E Edmonds e H.R. Davies, Military
Operations Italy 1915-1919 (London: HMSO, 1949), p.137.
20 Antoine Prost e Jay Winter, Penser la Grande Guerre, un essai d’historiographie (Paris: Seuil,
2004), pp.82-84. Per le controversie sulla collezione History of the Great of the War si veda
Andrew Green, Writing the War, Sir James Edmonds and the Official Histories, 1915-1948
(London: Frank Cass, 2003), in special modo pp.195-208. Sfortunatamente (ma non certo
sorprendentemente) il volume sul fronte italiano non è minimamente esaminato.