Page 389 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             il 27 settembre 1915 . Nel maggio 1917 Kipling fu invitato dall’ambasciatore
             inglese in Italia Sir Rennell Rodd a visitare il fronte, e da questa esperienza
             scaturirono cinque saggi pubblicati dal Daily Telegraph in Gran Bretagna e dal
             New York Tribune negli Stati Uniti, poi successivamente raccolti nel volume
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             The War in the Mountains (La guerra nelle montagne) . In verità, Kipling aveva
             scritto già al suo arrivo a Roma il 7 maggio, ma il suo pezzo, estremamente
             critico sull’ambiente di Roma, descritta come un covo di imboscati, fu tagliato
             dalla  censura militare  inglese, preoccupata  del fatto che esso avrebbe potuto
             danneggiare i rapporti con l’alleato .
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                I cinque articoli sono probabilmente tra le più belle descrizioni agiografiche
             del fronte italiano nella Prima guerra mondiale. La descrizione della bellezza
             quasi bucolica delle montagne dolomitiche ben si armonizza con la descrizione
             dei soldati italiani, definiti come hard people (gente tosta) che deve combattere
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             in un ambiente di una bellezza  struggente quanto a tratti  ostile . L’anima
             imperialista di Kipling emerge in un altro articolo, Only a few steps higher (Solo
             qualche passo più in alto): nell’osservare alpini italiani ergersi tra creste innevate
             e sentieri  tortuosi,  Kipling li  paragona  a  joyous  children (bambini  gioiosi),
             steady-eyed young devils (giovani diavoli dallo sguardo fermo), che nel parlare
             delle loro montagne usano un particolare linguaggio come “la lingua dello zulù
             quando  deve  descrivere  il  proprio  bestiame”.  Qui si vede  l’ambivalenza  del
             discorso colonialista, che da un lato osserva con sincera ammirazione il valore di
             ardente bravura, quasi incoscienza, del soldato italiano e dello zulù, ma usando
             toni alquanto paternalisti nel considerarli come bambini. E difatti, come vedremo,
             torna spesso negli scritti di testimoni anglosassoni una visione dell’italiano come
             una persona schietta, ma quasi ingenua nel suo modo di agire e di parlare.
                Tutti questi scritti davano uno spaccato interessante del fronte italiano visto
             da osservatori  esterni.  Non bisogna  però scordarsi che  questi  testi,  di  sicuro
             valore letterario,vanno presi con le pinze perché erano frutto della propaganda
             di guerra dell’Intesa, volti a mettere in buona luce l’esercito italiano nei paesi
             anglosassoni.
                Di altrettanto interesse sono le testimonianze lasciate da chi combatté a fianco
             degli italiani.Va ricordato infatti che la vittoria dell’Intesa fu innanzitutto una
             vittoria di una coalizione formata da paesi con diversi interessi strategici e culture

             14  Lycett, Rudyard Kipling, pp.455-458. Kipling dedicò al figlio scomparso un poema, My Boy
                Jack. La tomba di John è stata ritrovata solo nel 1992, http://www.bbc.com/news/magazi-
                ne-35321716 (ultimo accesso, 17 gennaio 2018)
             15  Rudyard Kipling, The War in the Mountains (Doubleday, Page & Co: Garden City, New york,
                1917).Il volume è stato recentemente stampato in italiano: Rudyard Kipling e Massimo Zamo-
                rani. La guerra nelle montagne: impressioni dal fronte italiano (Milano: Mursia, 2014).
             16  Buitenhuis, The Great War of Words, p.82.
             17  Rudyard Kipling, ‘Podgora,’Daily Telegraph, 9 giugno 1917.
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