Page 388 - Il 1917 l'anno della svolta - Atti 25-26 ottobre 2017
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             editoriale per il Times pubblicato il 27 giugno 1916 dal titolo emblematico “Lo
             spirito delle legioni di Cesare, Un balzo da tigre verso Trieste” (The Spirit Of
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             Caesar’s Legions, A Tiger Spring At Trieste) . Seguendo un filone molto usato
             dai pubblicisti anglosassoni, quello del paragone con l’Impero Romano, Conan
             Doyle non nascose la “sua profonda ammirazione” per un esercito che stava
             attaccando in circostanze a dir poco eccezionali. Rincarando la dose, egli notò
             come “il morale nei ranghi fosse meraviglioso”, e questo malgrado le perdite
             ingenti. Lo scrittore britannico non lesinava nemmeno elogi per gli alti ranghi
             dell’esercito, definendo il generale Cadorna come un uomo d’altri tempi, “frugale
             nei suoi gusti, chiaro nei suoi obbiettivi, con nessun altro pensiero se non il
             suo dovere”, insomma un capo che “tutti amano e di cui tutti si fidano”. Conan
             Doyle infine attribuiva le difficoltà italiane nel realizzare uno sfondamento del
             fronte al profilo orografico delle Alpi e delle Dolomiti, di grande svantaggio
             per un’offensiva contro le posizioni austriache  arroccate sulle montagne. La
             testimonianza di Conan Doyle è di particolare pregio perché lo scrittore, dietro
             sua insistenza, aveva prima visitato  le linee  francesi ed inglesi, e perciò fu
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             testimone importante degli sforzi congiunti degli eserciti dell’Intesa .
                Rudyard Kipling si aggiunse al gruppo di scrittori propagandisti, anche se
             inizialmente  con qualche  riserbo. L’autore  del  Libro  della  Giungla ed anche
             del controverso poema ‘Il Fardello dell’Uomo bianco’ (White Man’s Burden),
             un inno all’imperialismo britannico ed al colonialismo più oltranzista, fu prima
             ospite dei comandi britannici sul fronte francese nell’agosto 1915, ove si distinse
             per una virulenta retorica anti-tedesca, con i tedeschi spesso dipinti come bruti,
             degli “Huns” (Unni), dediti alla stupro, al saccheggio ed alla profanazione di
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             luoghi sacri . L’odio di Kipling nei confronti dei tedeschi, già intenso all’inizio
             del conflitto, si accrebbe a dismisura con la morte del suo unico figlio John,
             ufficiale del 2 Battaglione dell’Irish Guard, scomparso nella battaglia di Loos


                visitato, dopo quello inglese e prima di quello francese. Conan Doyle insistette per visitare
                tutti e tre i fronti per avere un visione globale della guerra.
             11  The  Times, 27 Giugno 1916, disponibile in  https://www.arthur-conan-doyle.com/index.
                php?title=With_the_Italians (ultimo accesso, 15 gennaio 2018)
             12  Difatti il suo titolo del suo libro a Visit to three Fronts: June 1916 (London: Hodder and
                Stoughton, 1916) si riferisce proprio alle sue visite ai differenti fronti; quello italiano si trova
                in ‘’A Glimpse on the Italian Army,’’ pp..32-51.
             13  Buitenhuis, The Great War of Words, p.82-83. Celebre il suo accorato appello nel Times del 2
                settembre 1914 ‘Stand Up… The Hun is at the Gate’ (Alzatevi in piedi... Gli Unni sono alle
                porte), Andrew Lycett, Rudyard Kipling (London: Weidenfeld & Nicolson, 1999), pp.448.
                Kipling fu uno dei primi propagandisti britannici ad utilizzare il termine “Hun”’, poi usato
                largamente dalla propaganda di guerra dell’Intesa. Che i tedeschi si siano macchiati di crimini
                di guerra nel Belgio occupato e nella parte della Francia occupata è cosa risaputa, si veda John
                Hornee Alan Kramer, German Atrocities, 1914: A History of Denial (New Haven: yale Uni-
                versity Press, 2001).
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