Page 112 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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112 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
La flotta navale da battaglia italiana
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nemici. per questi motivi, bisognava evitare “vittorie di pirro” che avrebbero si
garantito la libertà di movimento, ma depotenziato l’armata navale italiana tanto
da pregiudicarne il peso politico nelle trattative di pace.
Così, Thaon di Revel sin dal 1914 condusse studi su come dover condurre
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la guerra in adriatico sviluppando la strategia dei “rischi equivalenti” . Una
strategia che prevedeva l’impiego della forza navale da battaglia come fleet in
being per il blocco navale a distanza, mentre il naviglio sottile e subacqueo si
sarebbe dovuto impiegare in modo aggressivo per il pattugliamento delle acque
adriatiche e per audaci raid nelle acque territoriali austriache. Da quanto assunto,
si comprende con lucida chiarezza che il grande ammiraglio ben comprendeva il
valore del postulato clausewitziano.
Ma com’è noto, questa strategia non venne recepita dal comandante della
18 problema questo che riemergerà con forza durante la Conferenza Navale di Roma del 1924
quando in un documento l’allora ministro della Marina paolo Thaon di Revel sottolineò come
fosse indispensabile per l’Italia che la Russia accettasse le limitazioni navali della Conferenza
di Washington onde evitare che quest’ultima potesse schierare importanti aliquote di navi-
glio militare nei sicuri porti di Cattaro e Sabenico. Si veda aUSMM, archivio di Base, Bu-
sta 3168, Conferenza Navale di Roma. Relazione della Conferenza dell’ammiraglio acton,
Roma 27 febbraio 1924. Si veda anche Mazzetti a., Marina Militare e Geopolitica Mondiale,
Roma, aracne, 2017.
19 Giorgerini G., Da Matapan al Golfo persico, Milano, Mondadori, 1989; si veda anche Nassi-
gh R., La Marina italiana e l’adriatico, Roma, Ufficio Storico Marina Militare, 1998.

