Page 131 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             sfare le richieste dell’Esercito, manifestava a orlando l’intento di far proseguire
             le due produzioni, di caccia e di bombardieri, senza che nessuna andasse a disca-
             pito dell’altra, ma ricordava a orlando le pressioni per un’intensificazione della
             produzione dei bombardieri da parte degli alleati, senza il cui supporto, specie di
                                                                                  22
             materie prime, “ben poco si [sarebbe potuto] fare, neppure forse per la caccia” .
                La priorità data da Chiesa, con il supporto pieno della Commissione cen-
             trale  tecnico-amministrativa,  si  concretizzò  immediatamente  in  un  ambizioso
             programma industriale che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di 5.000
             esemplari del Ca.5, programma poi più realisticamente ridotto a 3.650 macchine,
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             comprese quelle nella versione idroplano da destinare alla Regia Marina .
                La storia di questo velivolo fu una storia travagliata. proposto nel 1917 come
             bombardiere notturno, aveva riscosso l’interesse della DTaM che provvide a
             un primo ordine per 2.200 esemplari. Dotato di maggiore autonomia e, almeno
             sulla carta, di una maggiore capacità di carico dei modelli precedenti, divenne,
             per Chiesa, ma non solo per lui, tout court il velivolo su cui si sarebbe dovuto
             basare la rafforzata aviazione da bombardamento, messa finalmente in grado di
             esercitare un ruolo strategico portando la sua azione distruttrice ben al di là delle
             linee e colpendo al cuore il potenziale bellico del nemico. Come ben noto, questa
             travagliata storia iniziò con la bocciatura da parte di una commissione tecnica
             presieduta dal tenente colonnello Donini, capo dell’Ufficio armamento del Com-
             missariato. Il giudizio fece infuriare Chiesa. Una nuova commissione, presieduta
             questa volta da Ettore Conti, promosse con riserva il biplano Caproni, chiedendo
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             alcune modifiche del velivolo .

             Struttura e compiti del Commissariato.
                Le competenze del Commissariato erano stabilite dal provvedimento istituti-
             vo, il r.d. 1° novembre 1917, n. 1813, che ne determinò anche la durata, fissan-
             dola per tutto il periodo della guerra e non oltre sei mesi dalla fine delle ostilità.


                 Chiesa) alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra, in aSCD, Commis-
                 sione d’inchiesta sulle spese di guerra, busta 130bis, fasc. 909, sottofasc. 10.
             22  Lettera di Chiesa al presidente del Consiglio, Programma aviatorio per il 1918, del 25 gen-
                 naio 1918, minuta in Deposizione Chiesa.
             23  Considerate le dimensioni del piano industriale, e non potendo la sola Caproni soddisfare l’in-
                 tera richiesta, la produzione fu così suddivisa: Caproni (Società per lo Sviluppo dell’aviazione
                 in Italia), 800 velivoli; officine meccaniche (già Miani e Silvestri), 900; Breda, 600; off.
                 Mecc. Reggiane, 300; off. San Giorgio, 250; piaggio, 200 (compresi gli idroplani); Bastia-
                 nelli, 600. L’importo complessivo iniziale era di circa 279 milioni, poi aumentato a 358. Cfr.:
                 Relazione inchiesta spese di guerra, p. 294. per un commento sul relativo contratto che venne
                 stipulato: L. Segreto, L’Aeronautica tra pionierismo e grande industria, cit., pp. 120-123.
             24  Sul lavoro delle due commissioni, si veda Relazione inchiesta spese di guerra, cit., pp. 283-
                 289.
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