Page 133 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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citato Maggiorotti, Giuseppe petilli, Luigi pirzio Biroli) .
La DTaM venne mantenuta, ma perse quella centralità che aveva avuto nella
precedente organizzazione; portata da Torino a Roma e messa alle dipendenze
della Direzione centrale di aviazione (su cui torneremo), le sue competenze furo-
no suddivise tra le subordinate cinque Sezioni tecniche di Torino, Milano, Geno-
va, Roma e Napoli, città dove avevano sede le principali industrie aeronautiche.
In primavera la vecchia DTaM poteva dirsi smantellata, e non solo sotto l’a-
spetto ordinativo. La titolarità di Dal Fabbro veniva confermata, ma, in marzo,
Ricaldoni, dopo averlo chiesto più volte, aveva ottenuto il trasferimento ad altro
incarico. In precedenza, a gennaio, i due principali progettisti in servizio alla
DTaM, i maggiori Umberto Savoja e Rodolfo Verduzio, ne erano stati allontana-
ti, su sollecitazione della Commissione Carbone, che, pur non avendo particolari
rilievi da muovere ai due ufficiali, aveva convinto Chiesa circa l’opportunità di
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un loro trasferimento .
La Commissione Carbone sembrava dunque aver accolto le accuse che erano
state mosse alla DTaM. Come si avrà modo di vedere, successive indagini, già
poco tempo dopo, permisero di rivedere questo giudizio. In effetti che vi fosse un
anomalo livello di commistione con le industrie, in particolare quelle dell’area
torinese, è un fatto innegabile. La vicenda di ottorino pomilio, prima ufficiale
tecnico presso la DTaM, poi, messosi in proprio, a capo di una delle principali
case produttrici, è a tal riguardo senza dubbio emblematica. Ma la DTaM si
trovò costretta a svolgere una funzione dirigistica e a guidare le attività delle
ditte per ovviare alle carenze che caratterizzavano, specie negli uffici di proget-
tazione, l’industria aeronautica, come più in generale la quasi totalità di quella
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bellica . Le giustificate osservazioni di carattere deontologico, determinate dal
28 Sui limitati poteri dell’Ispettore generale, che non interessavano i settori di attività più impor-
tanti, vale forse la testimonianza del generale Maggiorotti che alla Commissione parlamenta-
re dirà: “Il sottoscritto […] non poteva fare osservazioni al Commissario perché le quistioni
del materiale uscivano dalla sua competenza, e salvo che in una o due riunioni al principio,
furono trattate senza la mia partecipazione”; aSCD, Commissione parlamentare sulle spese
di guerra, b. 130bis, fasc. 909, sottofasc. 6, deposizione di andrea Maggiorotti. Tra i vari
incarichi, l’Ispettore generale aveva quello di sovrintendere all’istruzione e agli studi alle
esperienze relative alle specialità aeronautiche, esercitando la diretta sorveglianza sull’Istitu-
to Sperimentale di aeronautica.
29 Chiesa, conscio delle capacità di Ricaldoni, aveva cercato di trattenere l’ufficiale, che proba-
bilmente maturò un definitivo convincimento dopo il trasferimento di Savoja e Verduzio. Ri-
caldoni abbandonò per sempre il servizio aeronautico e prosegui la sua carriera nell’Esercito
con altre mansioni, fino al congedo, avvenuto nel 1920. Morirà nel 1965.
30 Valgano a questo proposito le considerazioni formulate da andrea Curami in l’ansaldo e
l’industria bellica, «Italia contemporanea», giugno 1994, n.195, dove è ricostruito, tra l’al-
tro, il contributo dato dagli ufficiali della Regia Marina alla cantieristica navale già a partire
dall’800. Dalla DTaM uscirono quasi tutti i principali progettisti aeronautici degli anni tra le

