Page 137 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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zione, inviando memoriali al Comando Supremo, senza però riuscire a convince-
re i vertici militari a modificare i criteri d’impiego dell’aviazione.
Il parlamentare repubblicano aveva trovato una naturale convergenza di idee
con quello che si era affermatosi come massimo teorizzatore del bombardamen-
to aereo. Chiesa si attivò presso il ministro della guerra alfieri per ottenerne il
richiamo in servizio dopo il periodo di Fenestrelle. alfieri per la verità mise in
guardia Chiesa circa l’opportunità di tale iniziativa, segno che in genere negli
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ambienti dell’Esercito non si aveva una buona opinione di Douhet . Questi in
una lettera a Chiesa del 24 dicembre 1917, nel ringraziare per la fiducia accorda-
tagli, si impegnava a temperare le sue asperità caratteriali, mettendosi totalmente
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a disposizione del Commissario generale .
La nomina a Direttore centrale di aviazione venne formalizzata ai primi di
gennaio 1918. In tale veste Douhet palesò le sue idee in due documenti elaborati
contemporaneamente, il 24 gennaio del 1918, e intitolati Studio del program-
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ma di aviazione per il Regio Esercito e Impiego dell’Arma Aerea ; nel primo,
Douhet, sostanzialmente, ridimensionava le richieste del Comando Supremo cir-
ca i velivoli da caccia e da ricognizione, ricalcolando le effettive esigenze opera-
tive sulla base di un più razionale impiego.
Il secondo forse rappresenta una delle formulazioni più concrete del suo
pensiero circa l’utilizzo dei velivoli in guerra. Dall’inizio della guerra, sostiene
Douhet, si è andati ad aumentare a dismisura la tipologia di missioni affidate
all’aeroplano, con conseguente moltiplicazione dei tipi, “gravemente dannosa”
per Douhet, sia perché “turba la produzione” e “rende difficile l’attuazione di un
programma qualsiasi”, sia perché “differenziando i tipi e assegnando per ciascun
tipo una diversa missione, si sminuzzano le forze aeree e si corre il rischio di
averne poco ovunque”. a differenza di quanto prospettato dal Comando Supre-
mo, non già sul caccia bisognava fare affidamento per la conquista del dominio
dell’aria, bensì sull’ “aereo da battaglia”, in grado di competere con il caccia
in fatto di velocità, ma con caratteristiche nettamente superiori per armamen-
to (compreso quello da lancio), protezione e raggio d’azione. Dove le idee di
Douhet si armonizzavano pienamente con quelle di Chiesa era nel ravvisare la
necessità di dare vita a una forte aviazione da bombardamento, da affiancare alla
flotta di aerei da battaglia:
39 Cfr. Deposizione Chiesa.
40 Cfr. Relazione inchiesta spese di guerra, p. 302.
41 Entrambi i documenti sono in aUSSMa, Fondo I Primordi, busta 29, fasc. 383. per un più
articolato commento su questi due testi: Basilio Di Martino, Giulio Douhet e il suo progetto
per l’aviazione italiana, in «Rivista aeronautica», anno LXXVII (2003), n. 3, pp. 116-125;
Id., L’Aviazione italiana e il bombardamento aereo nella Grande guerra, aeronautica Milita-
re - Ufficio storico, Roma, 2013, pp. 447-452.

