Page 141 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             mo che dall’11 marzo del 1918 aveva sostituito l’Ufficio servizi aeronautici .
             52  La nomina di Bongiovanni a comandante superiore d’aeronautica non andrebbe letta in realtà
                 come una promozione, ma come una sorta di ripiego. Dalla fine di novembre del 1917 e fino
                                              a
                 al febbraio 1918 aveva comandato la 69  Divisione, dopo che la sua unità, il VII Corpo d’ar-
                 mata, era stata travolta a Caporetto. Nato a Reggio Emilia nel 1866, Luigi Bongiovanni aveva
                 frequentato l’accademia militare di Torino, da cui uscì come sottotenente d’artiglieria. Dal
                 1901 al 1905 prese parte alla missione italiana in Giappone e dal 1911 al 1914 prestò servizio
                 in Libia, dove partecipò alle operazioni di guerra 1911-12, guadagnandosi una medaglia d’ar-
                 gento al V.M. e la promozione a tenente colonnello per merito di guerra. Nel biennio 1914-15
                 è a Berlino con l’incarico di addetto militare nel cruciale periodo della neutralità italiana. Il
                 periodo in Libia gli darà la fama di ufficiale energico ed esperto, ma non tutti i suoi superiori
                 confermeranno tale giudizio: Badoglio, che nel 1918 era come Sottocapo di S.M. suo diretto
                 superiore, ne fornirà un ritratto poco lusinghiero, rimproverandogli il poco o niente concluso
                 come addetto nella capitale tedesca (cfr.: Sergio pelagalli, Silurati eccellenti si difendono.
                 Il fenomeno degli esoneri dal comando di alti ufficiali durante la Grande Guerra, in «Studi
                 storico-militari», Stato maggiore Esercito – Ufficio storico, Roma, 2005, pp. 253-254). Dopo
                 la guerra, rimase fino al marzo 1919 responsabile dell’aeronautica mobilitata presso il Co-
                 mando Supremo. La carriera di Bongiovanni proseguì con il conferimento, il 10 luglio, del
                 delicato incarico di comandante del Corpo di spedizione italiano nel Mediterraneo orientale,
                 che riuniva forze terrestri e navali stanziate nelle isole dell’Egeo e in anatolia. Raggiunta la
                 sede del comando, Rodi, Bongiovanni fu riconvocato a Roma il 16 agosto, ufficialmente per
                 una consulenza alla delegazione italiana per la pace, in realtà perché implicato nelle risultanze
                 della Commissione d’inchiesta su Caporetto con l’accusa di “passività e di non aver seria-
                 mente tentato di ostacolare le manovre nemiche” (cfr. in proposito, alessandro Gionfrida,
                 Inventario del Fondo H-4, Commissione d’inchiesta su Caporetto, Stato maggiore difesa –
                 Ufficio storico, Roma 2015, p. 29). Dall’inchiesta, Bongiovanni uscì sostanzialmente assolto,
                 con il collocamento “a disposizione”; il provvedimento non ne troncò la carriera, ma tuttavia
                 gli impedì di continuare il comando in Egeo. In sua difesa pubblicò nel 1920 una memoria in-
                 titolata Il comando del VII Corpo d’Armata nella battaglia di Caporetto (riportata in stralcio
                 in S. pelagalli, Silurati eccellenti …, cit., pp. 255 e sgg.). Nel 1923 fu nominato governatore
                 della Cirenaica, dove rimase per circa un anno, quando un incidente di volo lo fece collocare a
                 riposo. Senatore nel 1928, continuò ad occuparsi di aeronautica con vari articoli apparsi sulla
                 «Nuova antologia», come Bombardamenti dal cielo (serie 7, vol. 359, anno 1932, pp. 474-
                 486), in cui stigmatizza l’uso degli aggressivi chimici ed evidenzia la necessità di approntare
                 un’adeguata difesa contraerea terrestre. Bongiovanni morirà a Roma nel 1941. La sua azione
                 alla guida dell’aeronautica mobilitata fu improntata a una rigida disciplina e tesa a evitare che
                 tra gli aviatori si instaurasse ogni forma di personalismo. per questo non ebbe buoni rapporti
                 con il mondo aeronautico in generale, soprattutto con quello della stampa specializzata che
                 esaltava le gesta dei piloti al fronte. Nel 1919, una delle più seguite pubblicazioni dedicata
                 all’aeronautica, «Nel Cielo», con l’articolo Il gen. Bongiovanni comandante dell’Aeronautica
                 contro l’Associazione degli aviatori, apparso sul n. 3 del 10 febbraio 1919, lo attaccò pesan-
                 temente, mettendo in dubbio l’efficacia del suo operato: “Il generale Bongiovanni, ottimo
                 comandante di fanti, prima della disgrazia di Caporetto, chiamato poi a reggere in zona di
                 guerra le sorti dell’aviazione militare, non ha avuto fortuna, poiché non ha voluto adattare il
                 suo temperamento alle esigenze e alle discipline che l’armata del cielo richiedeva, e non ha
                 saputo comprendere la psicologia tutta speciale del combattente dello spazio fatta di audacie
                 meravigliose e di eroismi individuali. Il generale Bongiovanni ha mirato con rigida tenacia a
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