Page 146 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             -  gestione dei materiali (Bongiovanni criticava l’organizzazione della macchi-
                na dei rifornimenti messa in essere dal Commissariato, basata su quattro de-
                positi dislocati lungo la via Emilia, definendola “laboriosa, difficile, lenta”);
             -  scarsa efficienza delle squadriglie di guerra (attribuibile, secondo il Comando
                superiore, alla qualità dei materiali inviati in z.d.G.)
             -  insufficienza dell’organico dei piloti (perché a fronte dell’elevato numero degli
                allievi nelle scuole di volo, secondo Bongiovanni “numerose e poco produtti-
                ve”, non era garantito un adeguato afflusso di personale navigante al fronte).
                Circa la scelta dei SIa e dei Ca.5, già in aprile lo stesso Chiesa prendeva
             coscienza delle difficoltà incontrate nei programmi di attuazione, scrivendo a
             Diaz per informarlo sullo stato della produzione. anche in seguito alle ispezioni
             di Douhet, era stata decisa la sospensione del 7B2; per quanto riguarda i 7B1,
             già consegnati e già operativi al fronte, la raccomandazione di Chiesa era quella
             di non eccedere nel carico ed evitare tutte quelle acrobazie in volo che potessero
             metterne a dura prova la struttura. per il Ca.5 erano evidenziati i ritardi nella pro-
             duzione e le difficoltà di un pronto ripristino della linea di produzione del Ca.450
             richiesto a gran voce dal Comando Supremo. Data questa situazione, Chiesa così
             esprimeva a Diaz il suo rammarico: “V.E. può immaginare quanto sia dolorosa
             per lo scrivente che ebbe sempre grande fede nell’efficacia delle azioni di bom-
             bardamento, la deficienza attuale né vi ha dubbio della alacrità con cui si cerca di
             riparare tale deficienza al più presto” .
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                La definitiva bocciatura dei SIa la si dovette alla ferma presa di posizione
             del Comandante superiore, che, visto l’allungarsi della serie di incidenti, il 24
             giugno chiese al Commissariato, “a stretto dovere di coscienza”, la radiazione
             dal servizio di guerra di tutti gli apparecchi SIa “di qualsiasi tipo presenti e fu-
             turi”, nella piena coscienza delle conseguenze che tale misura avrebbe avuto per
             l’efficienza “della nostra aviazione” . anche la Commissione Carbone interven-
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             ne sulla vicenda SIa, rilevando, in una relazione del 12 agosto, come le cause
             dei tanti incidenti fossero da individuare, più che nei difetti di progettazione, in
             quelli di costruzione.
                Ma più che il disastroso esito della vicenda SIa, fu il fallimento del program-
             ma Ca.5 - dovuto a una serie di circostanze, in particolare per la scarsa rispon-
             denza dell’industria - a portare come conseguenza il fallimento del programma


             60  Commissariato  Generale  per  l’aeronautica  a  Sua  Eccellenza  il  Capo  di  Stato  Maggiore
                 dell’Esercito – Comando Supremo, Produzione dei mezzi aviatori, 15 aprile 1918, in aUS-
                 SMa, I Primordi, b. 7, fasc. 120.
             61  Bongiovanni a Chiesa, Apparecchio S.I.A., lettera del 24 giugno 1918, copia in Deposizione
                 Bongiovanni. Il Comandante superiore annotava tra l’altro: “SIa è ormai per gli aviatori sino-
                 nimo di sventura e soltanto la sua completa abolizione potrà dare agli aviatori da ricognizione,
                 che tanta abnegazione hanno spiegato in questi giorni, la necessaria serenità”.
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