Page 147 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             Chiesa. L’aviazione rimase dunque quella disegnata sulle esigenze e sugli inten-
             dimenti del Comando Supremo. Un grafico (figura 2), elaborato in giugno presso
             il Commissariato, fa vedere la suddivisione del personale pilota secondo la spe-
             cialità. Le proporzioni, che vedono una decisa preponderanza della ricognizione,
             non erano destinate a mutare fino alla fine del conflitto.
                In luglio, in previsione di una fine delle ostilità che veniva vista ancora lon-
             tana, il Commissariato, questa volta senza Douhet, delineò il programma per il
             1919, basandolo sull’introduzione di nuovi velivoli con motori più potenti e con
             una maggior capacità di carico bellico e sull’impiego di quelli già disponibili,
             come ancora il Ca.5. Il Comando Supremo ne approfittava per sottolineare che
             per ogni nuovo modello il passaggio alla produzione di serie doveva avvenire
             solo dopo una verifica sul campo effettuata da personale dello stesso Comando
             Supremo. Diaz, in una lettera del 13 agosto, si riservava ogni ultima decisione sia
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             sui nuovi modelli, sia sull’architettura che doveva assumere la forza aerea . Si
             voleva evitare insomma il ripetersi dell’esperienza del Ca.5, in autunno ancora
             oggetto di continue messe a punto tanto da spingere Bongiovanni, ad armistizio
             già concluso, a indire una nuova commissione valutatrice del velivolo, commis-
             sione che, già insediata, fu sciolta su richiesta di Chiesa .
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                Il Ca.5 fece la sua prima missione di guerra il 25 maggio 1918 , ma nella
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             battaglia di Vittorio Veneto una sola squadriglia, la 6 , era montata sul biplano
             Caproni, continuando la specialità del bombardamento a essere basata sui col-
             laudati e validissimi Caproni 450, la cui produzione il Comando Supremo ri-
             chiese più volte di riprendere e che, nonostante l’usura cui erano andati incontro,
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             erano di gran lunga preferiti dai piloti .
             L’epilogo e le polemiche del dopoguerra
                Negli ultimi mesi di guerra tutta la politica che guidava lo sforzo bellico fu
             rivoluzionata. Il 15 maggio il ministro della Guerra zupelli, tornato al dicastero
             subentrando il 21 marzo ad alfieri, assumeva l’interim delle armi e munizioni,
             sostituendo Dallolio. Con il decreto luogotenenziale 15 settembre 1918 n. 1318


             62  B. Di Martino, L’Aviazione italiana e il bombardamento aereo …, cit., p. 603-604. La lettera
                 di Diaz è, in copia, in Deposizione Bongiovanni.
             63  Deposizione Bongiovanni.
             64  Si trattò di un’azione sul Tonale effettuata da più velivoli Caproni; ai comandi del Ca.5 il
                 maggiore armando armani, che nel dopoguerra diventerà Capo di Stato Maggiore della Re-
                 gia aeronautica; armani stesso racconterà l’azione nel suo Ex alto ad signum – Aneddoti e ed
                 episodi di bombardamenti aerei (1915-1918), Tipografia del Senato, Roma, 1925, pp. 122-
                 125.
             65  Cfr. al riguardo le testimonianze di Ernesto La polla e Federico zapelloni, esperti piloti di
                 Caproni, entrambe in aSCD, Commissione d’inchiesta sulle spese di guerra, busta 130bis,
                 fasc. 909, sottofasc. 9.
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