Page 143 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                   […]  “per  quanto  concerne  l’impiego  delle  armi  aeree  io  mi  attengo  ai
                   criteri strettamente militari in armonia alla condotta generale che intendo
                   imprimere alla nostra azione. E così ho segnato come principali obiettivi,
                   nella presente fase della guerra, il bombardamento dei campi d’aviazione
                   nemici e di importanti centri ferroviari, oltre, ben s’intende, al servizio di
                   polizia del cielo a mezzo della caccia e ai servizi – meno appariscenti, ma
                   altrettanto difficili e importanti – di ricognizione lontana e vicina.
                   Le condizioni presenti della nostra aviazione, ben note all’E.V., le forti
                   perdite che quotidianamente si incontrano per incidenti di volo e di atter-
                   raggio, la necessità di una relativa economia dei mezzi, per non ritardare
                   troppo il raggiungimento di quella forza complessiva che è rappresentata
                   dal nostro programma per l’anno in corso e le condizioni climatiche spesso
                   avverse, sono le cause che ostacolano un’attività aerea più intensa di quella
                   che ora viene spiegata, la quale tuttavia – è doveroso per me il constatarlo
                   – è, nei riguardi della situazione generale, sufficiente e soddisfacente.[…]
                   In relazione ai bombardamenti di città, io ho seguito finora il criterio che,
                   sia per rispetto alle convenzioni internazionali, sia per la nostra maggiore
                   vulnerabilità, fosse da escludersi la rappresaglia, intesa nel senso che ai
                   bombardamenti aerei di Venezia, padova e di altre città dovesse risponde-
                   re un’azione simile da parte nostra su Bolzano, Innsbruck, Lubiana o su
                   qualche altro lontano obiettivo. È anzitutto una questione che va oltre la
                   condotta militare della guerra e che involge indirizzo e responsabilità di
                   governo i quali potranno essere oggetto di esame in opportuna sede. Riten-
                   go però – e giova affermarlo fin d’ora – che sulla via della rappresaglia noi
                   potremo metterci soltanto quando disporremo di mezzi tali da assicurarci
                   anche in questo campo, l’assoluta superiorità sul nemico, nonostante la
                   maggior distanza e la minore vulnerabilità dei suoi obiettivi” .
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             54  Minuta di lettera (manoscritta a matita) di Diaz a Chiesa del 13 marzo 1918, in aUSSMa,
                 Fondo I Primordi, busta 29, fasc. 389. passi del documento sono riportati anche in a. Ungari,
                 il dibattito politico…, cit, p. 500.






















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