Page 138 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                   “Una bene intesa cooperazione di squadra da battaglia (capacità di tener
                   l’aria in presenza del nemico) e di squadra da bombardamento (capacità di
                   distruggere le risorse aeree del nemico), è l’unico modo di conquistare il
                   dominio dell’aria nel vero senso dell’espressione” .
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                pertanto “i tipi essenziali che dovrebbero costituire la massa dell’arma ae-
             rea sono due: a) l’apparecchio da battaglia, b) l’apparecchio da bombardamento
             […] che dovrebbero aver un ugual raggio di azione perché dovrebbero agire
             insieme”. per le missioni di ricognizione, di qualunque genere, si poteva far ri-
             corso agli aerei da battaglia, perfettamente in grado di assolvere anche a questo
             compito . Nel ruolo di aereo da battaglia Douhet segnalava i Fiat SIa 7B1 (da
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             ricognizione) e 9B (da bombardamento), per i quali proponeva una serie di mo-
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             difiche tecniche .
                I due testi douhettiani erano però destinati a rimanere a livello di studi. agli
             inizi di marzo, lo stesso Direttore centrale di aviazione elaborava infatti un nuo-
             vo programma per il 1918, che nelle linee generali non si discostava da quello
             presentato l’anno precedente da Marieni, ma con un significativo incremento del
             numero delle squadriglie, portato a 75, e di quello complessivo dei velivoli, fatto
             salire a 1.322 macchine . Il programma prevedeva una larga adozione di SIa
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             7B, SIa 9B, nonché di Caproni Ca.5.
                Ma i due aerei Fiat, paradossalmente, erano destinati a diventare la causa, o
             perlomeno una delle cause, della rottura tra Commissario generale e Direttore
             centrale d’aviazione. Dopo numerose segnalazioni di incidenti, anche mortali,
             che avevano visto come protagonisti i Fiat, Douhet, con alcune ispezioni condot-
             te in prima persona nel mese di aprile presso gli impianti di produzione, aveva
             riscontrato così evidenti carenze nelle fasi produttive da fargli chiedere formali
             denunce all’autorità giudiziaria. Douhet aveva mantenuto un atteggiamento pre-
             giudizievole nei confronti del personale tecnico che a suo dire avrebbe dovuto
             sorvegliare con più scrupolo le attività della casa torinese e vedeva ancora persi-
             stente un certo grado di commistione tra organi tecnici militari e ditte.
                pur  condividendo  le  conclusioni  di  Douhet,  Chiesa,  propenso  anche  lui  a
             un’azione legale, dopo un colloquio con il presidente del consiglio orlando, optò
             per un atteggiamento più cauto . Il Commissario finì con il trovare eccessive le
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             42  Direzione centrale di aviazione (Giulio Douhet), Impiego dell’Arma Aerea, cit., p.9.
             43  ivi, p. 10.
             44  Direzione centrale di aviazione (Giulio Douhet), Studio del programma di aviazione del Re-
                 gio Esercito, cit., pp. 4-5.
             45  Cfr. Basilio Di Martino, L’Aviazione italiana e il bombardamento aereo…, cit., p. 454.
             46  “Debbo dire che dal complesso dei rilievi io trassi la convinzione che si potesse perseguire
                 anche penalmente il costruttore (Fiat) (agnelli). Senonché fatto esplicito cenno di ciò col
                 presidente del Consiglio, on. orlando, data la posizione assolutamente preminente nella pro-
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