Page 183 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             contrasto agli illeciti in materia tributaria – le cui mancate entrate avrebbe arre-
             cato gravi danni all’Erario, già fortemente sollecitato dallo sforzo bellico – e, in
             particolare, l’anticontrabbando.
                proprio durante la guerra, il contrabbando diventò ancora più un fenomeno
             sociale, alimentato e favorito da individui senza scrupoli, interessati esclusiva-
             mente a trarre profitto dalla drammatica situazione generale in cui versava il
             paese. Ma non si trattò di una problematica di tipo finanziario, cioè, di danno
             erariale. Talvolta, infatti, il contrabbando riguardava materiale sensibile, utile
             all’industria  di  guerra,  esportato  clandestinamente  verso  gli  stati  nemici,  tale
             da trasformarsi in una possibile minaccia utilizzabile contro il nostro stesso ap-
             parato di difesa. anche per queste motivazioni, il “contrabbando di guerra” fu
             considerato dall’opinione pubblica come una forma di tradimento nei riguardi
             della Nazione. per debellare tale riprovevole condotta, già prima dell’entrata in
             guerra, il Governo varò la Legge 21 marzo 1915, n. 273, che impose l’adozione
             di nuove misure di contrasto all’esportazione fraudolenta di alcuni beni necessari
             allo Stato e alle sue Forze armate. pertanto, con il Decreto Luogotenenziale 3
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             giugno 1915, n. 839 , furono elencati “…gli oggetti e i materiali che devono
             considerarsi di contrabbando assoluto o relativo…”: dai cannoni alle navi, dalla
             lana ai viveri, dai ferri di cavallo agli aeroplani.
                L’impegno di far osservare queste leggi dello Stato competeva, anche in tem-
             po di guerra, in via preminente alla Regia Guardia di finanza. anche lontano dai
             fronti di combattimento e dalle retrovie, il Corpo fece fino in fondo il proprio
             dovere. purtroppo, furono numerose le circostanze nelle quali i reparti, in ser-
             vizio al confine o all’interno del territorio, dovettero intervenire per risolvere le
             criticità.
                ad esempio, molto clamore suscitò lo scandalo scoperto a Genova nell’aprile
             del ‘18 grazie all’intervento dei finanzieri della Brigata “speciale” comandata
             dal Tenente Raffaele Melucco. Le Fiamme Gialle, nel corso di una verifica e del-
             la successiva perquisizione domiciliare presso una ditta di rilevanti dimensioni,
             riuscirono a rinvenire le prove di un vasto contrabbando di juta destinato alla
             Germania, durato oltre un anno e perpetrato con ingegnosi espedienti. Nel detta-
             glio, al termine di complesse indagini, fu accertato che la merce veniva spedita a
             Chiasso e, successivamente, a zurigo, sotto la falsa denominazione di canapa e
             stoppa, materiale per cui veniva di regola concessa l’autorizzazione.
                proprio al fine di tutelare l’economia di guerra, il Corpo formò appositi re-
             parti investigativi – le c.d. Brigate “speciali” – che furono chiamati a contrastare
             sia la borsa nera che il “contrabbando di guerra”. Ed è di quegli anni l’istituzione
             dei “Drappelli investigativi”, precursori dei Nuclei di polizia Tributaria Investi-
             gativa.


             22  Comunemente denominato “Decreto sul contrabbando di guerra”.
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