Page 187 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             Diaz, il generale della vittoria

             Dott. Paolo FOrMiCOni      1




             Il Piave
                fiumi sono soggetti geografici molto difficili
             I da conoscere e da affrontare per un esercito.
             Un corso d’acqua, anche modesto, può infatti
             rappresentare un ostacolo notevole, soprattutto
             se il suo aspetto è rassicurante e mite.
                Innanzitutto,  occorre  temere  la  corrente:
             contrariamente a quanto appare alla vista essa
             non  è  uniforme,  ma  si  compone  di  flussi  di
             acqua, più o meno fredda più o meno veloce,
             che si affiancano e si sovrappongono. Essa può
             cambiare da un movimento all’altro, soprattutto in presenza di isole nel mezzo
             del fiume, facendosi vorticosa o aumentando di velocità, trascinando con sé un
             nuotatore poco esperto, spaventando i cavalli, rovesciando i veicoli.
                 Il fondo sassoso, poi, può spaccare le ruote dei carri, azzoppare gli animali,
             provocare anche agli uomini pericolose cadute, come fu per Federico I Barbaros-
             sa, annegato nel Calicadno, che era poco più di un ruscello dell’Anatolia.
                La massa d’acqua, infine, può cambiare improvvisamente volume e velocità
             in certi periodi dell’anno, provocando quelle violente inondazioni che, purtrop-
             po, sono sempre state frequenti nel territorio della Penisola, attraversata com’è
             da una lunga dorsale montuosa.
                Quest’ultimo è senz’altro il pericolo maggiore. Un corso d’acqua tranquillo e
             all’apparenza innocuo può assumere improvvisamente caratteristiche pericolose.
             Un temporale in una zona lontana può infatti ingrossare un affluente, la cui porta-
             ta e si aggiunge a quella del fiume. Se i temporali sono molti e prolungati, se si è
             nella stagione del disgelo, se il terreno è poroso, esiste la possibilità che autentici
             muri d’acqua scendano dalle montagne e, con potenza aumentata dalla velocità,
             irrompano a centinaia di chilometri più a valle nel letto del fiume principale, fino
             a poco prima tranquillo, superando gli argini, travolgendo ogni cosa sulle rive e
             talvolta superandole e allagando la campagna intorno.
                Se oggi è possibile prevedere questi eventi con un ragionevole margine di
             approssimazione, un secolo fa nessuno poteva dire con certezza quando questi
             eventi, frequenti soprattutto nella stagione delle piogge e del disgelo, potessero


             1   Membro della Società Italiana di Storia Militare.
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