Page 35 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             costituite da militari italiani che traducevano in francese i brani delle lettere dei
             connazionali), un servizio creato in Francia nell’aprile 1918 sul modello fran-
             cese ma molto più rigido. E in caso di delitti e reati, i soldati delle TaIF furono
             giudicati da un tribunale militare francese fino alla creazione di un tribunale
             militare italiano avvenuta solo alla fine della guerra.
                Da parte loro, molti italiani provarono sentimenti di irritazione e di collera
             verso i francesi. avevano accolto il ruolo di coordinamento di Ferdinand Foch al
             momento dell’arrivo degli alleati nel novembre 1917, « con riserve e malavo-
             glia », perché Foch era insopportabile per la sua arroganza. E armando Diaz, per
             muoversi, chiedeva rifornimenti e rinforzi, in particolare truppe americane, che
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             non gli furono mai concessi . Sul campo, il generale alberico albricci, coman-
             dante il II CaI, lamentava di essere in una area di combattimento secondaria.
             Scrisse a pétain : « Siamo venuti per combattere, non per vedere come i francesi
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             combattono ! » . pétain aspettò a lungo. Nonostante tre anni di guerra sull’Ison-
             zo, nel Carso, al Col di Lana, e una bella ritirata da Caporetto, i soldati italiani
             del II CaI dovettero fare tre settimane di addestramento militare nel campo di
             Mailly, dal 23 aprile alla metà di maggio. E il corpo non rimase unito : la 3  di-
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             visione andò da sola nelle argonne, prima di essere sostituita dalla 8 . Fu solo
             il 17-19 giugno che il II CaI si sarebbe trovato riunito nella valle dell’ardre, a
             Bligny, vicino Reims, due mesi dopo il suo arrrivo. Un altro punto esasperò gli
             italiani. L’accoglienza francese agli ausiliari delle CoMI fu disastrosa. Le auto-
             rità francesi non avevano fatto nulla : mancavano baracche, denaro, cibo, anche
             sapone per lavarsi dopo il lavoro. I comandanti francesi obbligati di occuparsi
             delle unità italiane brontolavano e protestavano perché non avevano abbastanza
             cibo e denaro per questi alleati. Certo, la convenzione firmata il 19 gennaio 1918
             dalle autorità dei due paesi e che prevedeva di dividere le spese tra la Francia e
             l’Italia, migliorò la situazione generale (e specialmente quella delle TaIF) ma
             tardivamente. I lavoratori militari italiani (e i loro ufficiali) si sentirono umiliati,
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             e alcuni di loro pensavano talvolta essere considerati come dei prigionieri .
                però, nonostante questi pregiudizi e tensioni, il principio di reciprocità diven-
             ne la norma quando, nel novembre 1917, gli alleati spedirono cinque divisioni
             britanniche e sei francesi per  contribuire a ricostruire una linea di difesa sul
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             piave a fianco degli italiani . Fu una decisione difficile. Gli alleati avevano in
             effetti consapevolezza del contesto di crisi estrema in cui si trovavano (mancan-


             12  GaBRIELE MaRIaNo, « Le truppe alleate in Italia », Dizionario storico della prima
                 guerra mondiale…, op. cit., p. 174. FoCH FERDINaND, Mémoires pour servir à l’his-
                 toire de la guerre de 1914-1918, plon, parigi, 1931, t. II, p. XXXVII.
             13  SIRCaNa VITToRIo, Combattenti…, op. cit., p. 33.
             14  HEYRIES HUBERT, Les travailleurs militaires italiens…, op. cit., pp. 55-57.
             15  GaBRIELE MaRIaNo, Gli alleati in Italia…, op. cit., pp. 29-100.
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