Page 38 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             le didascalie dei disegni e delle vignette erano nelle tre lingue . Collaborando al
             giornale, Giuseppe Ungaretti e Kurt Suckert (il futuro Curzio Malaparte), soldati
             nel II CaI, scrissero molti articoli. Suckert, in particolare, seppe distinguersi
             con un stile caustico e umoristico, creando un gergo franco-italiano : secondo
             lui, un « pezzo » si diceva « morso » (« morceau »), « dormire » diveneva « far
             dodo », « Mi imbosco » era tradotto letteralmente in francese : « J’y bois ». Su-
             ckert prendeva anche in giro il napoletano descritto come l’archetipo del soldato
             italiano « che non sapeva mai dove avesse gli oggetti di corredo quando ne aveva
             bisogno e le giberne quando si trattava di metterle, e il fucile quando si trattava
             di sparare, e la gavetta quand’era l’ora del rancio e non trovando più al buio, la
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             propria maschera, messa chissà dove » .
                però, nonostante tutti questi aspetti politici, gli Italiani convinsero a poco a
             poco i francesi della loro capacità di fare bene i lavori di difesa sotto le bombe
             e di sacrificarsi coraggiosamente contro i tedeschi. Diedero così prova del loro
             spirito di combattimento. L’aspetto militare superò allora quello politico.


             L’aspetto militare supera il politico
                Velocemente, in effetti, il soldato italiano conobbe una riabilitazione militare.
                al campo di Mailly, ufficiali istruttori francesi, secondo il rapporto del 1°
             giugno 1918 scritto dal capitano Valo, direttore della scuola lancia-granate, fu-
             rono stupiti dalla capacità di assimilazione, dal zelo e dai risultati ottenuti in po-
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                                                                        a
             chi giorni . I generali francesi Henri Gouraud (a proposito della 3  divisione) e
             Louis Franchet d’Espèrey (a proposito dell’8  divisione), espressero il loro vivo
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             compiacimento, dopo una complessa esercitazione d’attacco a fuoco vivo e con
             lancio di bombe a mano . poi, il 20 maggio 1918, in un telegramma per orlando,
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             Clemenceau esaltò il comportamento della 3  divisione nelle argonne : « Ho il
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             piacere di annunciarvi che una delle divisioni italiane conquistando il settore ha
             destato l’ammirazione di tutti i compagni francesi. Incontro cordiale da una parte
             e dall’altra, bella vivacità e completa fraternità d’armi » .
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                poi, la campagna militare riabilitò definitivamente gli italiani .
             25  Lettera  del  generale  albricci  al  Comando  Supremo,  11  maggio  1918,  aUSSME  F
                 3-120/5. DELLa VoLpE NICoLa, Esercito e propaganda nella Grande Guerra, 1915-
                 1918, USSME, Roma, 1989, pp. 159-161.
             26  MaLapaRTE CURzIo, « Il fante-psicologia della trincea », Sempre avanti, n° 8, 27
                 ottobre 1918, in DELLa VoLpa NICoLa, Esercito e propaganda…, op. cit., p. 190.
             27  Rapporto del capitano Valo, 1° giugno 1918, aUSSME, F 3-45/2.
             28  MINISTERo DELLa DIFESa, L’esercito italiano…, 7-2 (narrazione), op. cit., p. 27.
             29  Telegramma  da  Clemenceau  a  l’ambasciatore  francese  a  Roma,  Camille  Barrère,  20
                 maggio 1918, per orlando, aUSSME, E 8-10/10.
             30  RoCHaT GIoRGIo, « Les Italiens dans la deuxième Marne », cit., pp. 226-231 ; SIRCa-
                 Na VITToRIo, Combattenti italiani in Francia…, op. cit., pp. 49-78 ; CaRaCCIoLo
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