Page 372 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             di bronzo. A ciò si deve poi aggiungere che tra le 5 medaglie d’oro concesse ad
             israeliti vi fosse il più giovane decorato (il diciassettenne caporale degli alpini
             Roberto Sarfatti, morto il 28 gennaio 1918 sul col d’Echele)  e il più vecchio (il
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             tenente d’artiglieria Giulio Blum, morto sull’Hermada il 23 agosto 1917). Esem-
             pio particolarmente significativo fu infine il caso del capitano dei bersaglieri
             Remo Pontecorvo, comandante di un’unità di arditi nuotatori – i cosiddetti “Cai-
             mani del Piave” – della 1ª divisione d’assalto, che operò durante gli intesi com-
             battimenti dell’autunno 1918 e meritò una medaglia d’argento al valor militare.
                Altra annotazione – estremamente ipotetica, quando tuttavia plausibile – è
             quella che ha riportato Pietro Melograni in un articolo di dieci anni fa: persino il
             Milite Ignoto medaglia d’oro al valor militare (onorato da Adolf Hitler nel mag-
             gio 1938) potrebbe essere israelita, vista la larga e significativa partecipazione
             degli italiani ebrei al conflitto contro gli Imperi centrali. 9
                Fatta una disamina complessiva della partecipazione ebraica al conflitto ita-
             liano, è giusto testimoniare anche la medesima identità israelita, espressa proprio
             al fronte. Al netto del mimetismo della propria fede religiosa – dovuto anche
             all’incalzante proselitismo dei cappellani cattolici e allo spirito di massificazione
             operato dalla guerra – durante l’intero conflitto vi furono complessivamente (di
             fatto e a vario titolo) 14 rabbini in divisa operanti nel Regio Esercito.  L’istituto
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             del Rabbinato Militare venne creato già all’indomani della dichiarazione di guer-
             ra all’Austria-Ungheria, dopo numerose insistenze delle autorità israelitiche del
             Regno. Dopo diverse difficoltà di ordine logistico e di selezione del personale
             da destinare al fronte, si arrivò alla copertura di due rabbini (un titolare e un
             coadiutore) per ciascuna delle 4 armate operanti al fronte (1916) e uno ciascuno
             per i servizi territoriali rispettivamente dell’Italia settentrionale, centrale e meri-
             dionale (1917). Tuttavia ragioni d’ordine militare comportarono, per coloro che
             erano incorporati presso le armate, l’esclusivo servizio negli ospedali di seconda



             8   Era il figlio di Margherita Sarfatti, futura ispiratrice, biografa ed amante di Benito Mussolini.
             9   MELoGRaNI pIERo, Il funerale della Vittoria, in «Il Sole 24 ore», 5 ottobre 2008, n. 275,
                 p. 48.
             10  per un approfondimento sul Rabbinato Militare si veda: ToSCaNo MaRIo, Religione, pa-
                 triottismo, Sionismo: il Rabbinato Militare nell’Italia della Grande Guerra (1915-1918), in
                 «zakhor», Rabbini e maestri nell’ebraismo italiano,  VIII/2005, La Giuntina, Firenze, 2005,
                 pp. 77-133; paVaN ILaRIa, «Cingi, o prode, la spada al tuo fianco». I rabbini italiani di
                 fronte alla Grande Guerra, in «Rivista di Storia del Cristianesimo», anno III, n. 2, luglio-
                 dicembre 2006, Morcelliana, Brescia, 2006, pp. 335-339; CECINI GIoVaNNI, L’assistenza
                 sanitaria e religiosa ebraica sul fronte italiano 1915-1918, in SUpINo RoSaNNa e RoC-
                 CaS DaNIELa (a cura di), L’apporto degli ebrei all’assistenza sanitaria sul fronte della
                 Grande Guerra, zamorani, Torino, 2017, pp. 39-52; CECINI GIoVaNNI, I Rabbini militari
                 italiani nella Grande Guerra, in JaSINSKI RICCaRDo RoMEo e MoNaCo MaRIa EN-
                 RICa (a cura di) atti del Convegno Nazionale di Storia. “La Sanità Militare e la Croce Rossa
                 Italiana nella Grande Guerra”, Grafiche ancora, Viareggio, 2018, pp. 162-166.
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