Page 367 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche 367
si sarebbe rivelata un fiasco, ‘assassinata’ nella culla dal proprio padre, gli Stati
Uniti, che non ratificarono il Trattato di Versailles, rimanendo così al di fuori
dell’organizzazione. Il nodo della libertà dei mari «assoluta» rimase poi irrisolto
anche durante la conferenza di pace , dove Wilson vide la propria iniziativa
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diplomatica indebolirsi a causa della sconfitta nelle midterm del novembre 1918,
mentre Lloyd George si presentò dopo aver vinto le elezioni di dicembre.
I rapporti navali anglo-americani continuarono ad ondeggiare nel successivo
ventennio tra cooperazione e competizione. Le conseguenze economiche e stra-
tegiche della Prima guerra mondiale portarono la Gran Bretagna a riconoscere
che gli Stati Uniti erano ormai diventati una potenza navale globale, tanto che
la conferenza di Washington tra il 1921 e il 1922 siglò simbolicamente la parità
tra Royal Navy e US Navy . Altre conferenze navali vennero organizzate prima
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dello scoppio della Seconda guerra mondiale, ma fu la sfida statunitense lanciata
durante la Grande Guerra ad apportare il maggiore contributo verso il ribilancia-
mento tra le due Marine. L’ago della bilancia si spostò poi irreversibilmente a
favore degli Stati Uniti a metà del secolo, con Washington che ereditò definitiva-
mente i privilegi e le responsabilità che furono di Londra nel lungo periodo della
cosiddetta pax britannica ottocentesca . Un’egemonia navale, quella statuniten-
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se, che persiste pressoché indiscussa tutt’oggi .
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41 HENIG RUTH, New Diplomacy and old: a Reassessment of British Conceptions of a League
of Nations, 1918-20, in DoCKRILL MICHaEL-FISHER JoHN (a cura di), The paris peace
Conference. peace without Victory?, palgrave Macmillan, Basingstoke-New York, 2001, pp.
157-174.
42 Cfr. il Trattato di Washington sulla limitazione degli armamenti navali, 6 febbraio 1922, in
BaRIÉ-DE LEoNaRDIS-DE’ RoBERTIS-RoSSI, op. cit., pp. 27-240; sulla rivalità navale
nel decennio seguente la conclusione della Grande Guerra, cfr. LISIo DoNaLD, British
Naval Supremacy and anglo-american antagonisms (1914–1930), Cambridge University
press, Cambridge, 2014, pp. 121-ss.
43 Sulla pax britannica, le sue caratteristiche – in particolare navali – e infine il graduale passag-
gio dalla supremazia del «Leone» a quella dell’«aquila», rappresentazioni rispettivamente di
Regno Unito e Stati Uniti, cfr. l’interessante GoUGH BaRRY, pax Britannica. Ruling the
Waves and Keeping the peace before armageddon, palgrave Macmillan, New York, 2014.
Sul passaggio di consegne nel Novecento si è concentrato, tra gli altri, FERGUSoN NIaLL
con Colossus. ascesa e declino dell’impero americano, Mondadori, Milano, 2006 e Impero.
Come la Gran Bretagna ha fatto il mondo moderno, Mondadori, Milano, 2007.
44 Cfr. oLSEN EDWaRD-SoNDHaUS LaWRENCE, Navies of Europe (1815-2002), Rout-
ledge, Londra-New York, 2002, pp. 322-ss.; SYMoNDS CRaIG, The U.S. Navy. a Coincise
History, oxford University press, New York, 2016, pp. 114-ss.