Page 365 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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V SeSSione - ProSPettiVe del 1918. Alcune StrAtegie Politico diPlomAtiche  365


             cità di governare i mari a sua discrezione lo scudo più importante per la difesa
             dell’Impero. La reazione britannica alla sfida americana fu ben riassunta dalle
             parole del Primo Ministro, David Lloyd George, che, nel novembre 1918, affer-
             mò che Londra «avrebbe speso la sua ultima ghinea per mantenere una marina
             superiore a quella degli Stati Uniti o di qualsiasi altra potenza» . Il nodo della
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             portata dell’aggettivo «assoluta» fu motivo di costante dibattito tra Londra e Wa-
             shington per tutto il 1918. Anche perché, come lo stesso Lloyd George provò a
             spiegare a Wilson, nessun Primo Ministro britannico sarebbe mai sopravvissuto
             politicamente in caso avesse accettato un’applicazione incondizionata del prin-
             cipio . Ma Wilson si mantenne fermo sulle sue posizioni, cercando di perseguire
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             integralmente i Quattordici punti come base per costruire i nuovi assetti post-
             bellici. Affidò comunque ad House l’arduo compito di costruire ponti anziché
             muri con i britannici in merito all’esatta interpretazione del principio così da
             raggiungere un accordo preliminare in vista della conferenza di pace.
                A fine ottobre del 1918, House cercò di elaborare una dettagliata interpreta-
             zione. La libertà dei mari, osservò, in realtà non era da leggersi in termini assolu-
             ti, ma andava applicata a seconda della congiuntura internazionale. Ne identificò
             tre: pace generale; guerra generale decretata dalla Società delle Nazioni; guerra
             limitata, cioè un conflitto senza alcuna violazione del diritto internazionale. Se
             i primi due casi non presentavano problematiche, in quanto la pace non richie-
             deva un utilizzo coercitivo del potere navale e un conflitto generale legittimo
             sarebbe avvenuto sotto l’egida della Società delle Nazioni, il terzo caso, ammise
             House, era «il nodo di tutte le difficoltà» in quanto, formalmente, «la Società
             delle Nazioni rimane[va] neutrale». House aggiunse che, in ciò, «i diritti dei
             neutrali [dovevano] essere mantenuti contro i belligeranti», ma anche che «i di-
             ritti di entrambi devono essere chiaramente e precisamente definiti nel diritto
             internazionale» . Le considerazioni di House erano tutt’altro che propedeutiche
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             a una risoluzione della diatriba anglo-americana. Wilson comunque le accettò,
             specificando che non si trattava che di «semplici suggerimenti esemplificativi»
             da dettagliarsi meglio durante la conferenza di pace .
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                Il principio della libertà dei mari più o meno «assoluta», fattosi così ancora
             più opaco, fu oggetto di discussione a Londra in seno all’Imperial War Cabinet,



             32  Cit. in TRaSK DaVID, Captains & Cabinets. anglo-american Naval Relations (1917-1918),
                 University of Missour press, Columbia, 1972, p. 341.
             33  DoBSoN, op. cit., p. 39.
             34  The Special Representative to the Secretary of State, 29 ottobre 1918, doc. 340 in FoREIGN
                 RELaTIoNS oF THE UNITED STaTES (FRUS), 1917, Supplement 1, The World War, U.S.
                 Government printing office, Washington, 2018.
             35  The president to the Special Representative, 30 ottobre 1918, doc. 348, in FRUS, 1917, Sup-
                 plement 1, The World War, U.S. Government printing office, Washington, 2018.
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