Page 364 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             e la US Navy, con la prima che si era eretta indiscutibilmente al di sopra della
             seconda ‘a dispetto’ delle celebri prescrizioni dell’Ammiraglio statunitense Al-
             fred Mahan, che sin dalla fine del secolo precedente aveva sostenuto la necessità
             di fare della supremazia nel sea power uno strumento essenziale della politica
             estera di Washington . Non una coincidenza, quindi, che nel 1916 il Presidente
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             Wilson si facesse promotore di un progetto di rafforzamento navale volto a ren-
             dere la US Navy una Marina «seconda a nessuno» . Con il Naval Act approvato
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             dal Congresso nell’estate del 1916, alla Marina americana furono promesse oltre
             cento nuove navi, tra cui dieci corazzate, sei incrociatori e trenta sottomarini .
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             Quando House, nel settembre del 1916, fece notare a Wilson che ciò avrebbe
             creato ulteriori attriti con la Gran Bretagna, il Presidente rispose che l’obiettivo
             per gli Stati Uniti era di «costruire una Marina più grande della loro e fare ciò
             che vogliamo» sui mari .
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                Per Londra e il suo Impero la sfida diplomatica maggiore giunse con la pro-
             clamazione dei famosi Quattordici punti di Wilson. In particolare, fu il secondo a
             destare le maggiori preoccupazioni a Whitehall. L’8 gennaio 1918 al Congresso,
             Wilson affermò che la libertà di navigazione per mare «al di fuori delle acque ter-
             ritoriali» doveva essere «assoluta» in pace come in guerra, con l’unica eccezione
             di quei casi in cui i mari sarebbero stati chiusi «totalmente o parzialmente con
             un’azione  internazionale  in vista dell’esecuzione  di accordi  internazionali» .
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             Letta in questa prospettiva, la libertà dei mari era intrinsecamente legata all’ul-
             timo punto, il più importante per Wilson, cioè quello volto alla creazione di una
             Società delle Nazioni in grado di garantire la pace internazionale, il rispetto del
             diritto e, tra le altre cose, appunto, la libertà di navigazione.
                L’enfasi che il Presidente americano pose sull’aggettivo «assoluta» rappre-
             sentava il pericolo maggiore per la Gran Bretagna, che aveva fatto della capa-


             27  Cfr.  MaHaN  aLFRED,  The  Influence  of  Sea  power  upon  History  (1660-1783),  Little
                 Brown, Boston, 1890; WESTCoTT aLLaN (a cura di), Mahan on Naval Warfare. Selections
                 from the Writings of Rear admiral alfred T. Mahan, Little Brown, Boston, 1941.
             28  Cit. in BoYER paUL (a cura di), The oxford Companion to United States History, oxford
                 University press, New York, 2001, p. 501.
             29  Sul tema, cfr. il tuttora valido DaVIS GEoRGE, a Navy Second to None. The Development
                 of Modern american Naval policy, Harcourt, New York, 1940; enciclopedico è il volume di
                 GooDSpEED HIIL, US Navy. a Complete History, Naval Historical Foundation, Washing-
                 ton, 2003, che dedica all’amministrazione Wilson le pp. 317-329; per una sintesi sul progetto
                 wilsoniano, cfr. BRaDFoRD JaMES, america, Sea power and the World, Wiley Blackwell,
                 Malden-oxford, 2016, p. 168.
             30  Cit. in o’BRIEN pHILIpS, British and american Naval power: politics and policy, 1900-
                 1936, praeger, Westport, 1998, p. 117.
             31  Il discorso di Wilson è in BaRIÉ oTTaVIo-DE LEoNaRDIS MaSSIMo-DE’ RoBERTIS
                 aNToN GIULIo-RoSSI GIaNLUIGI (a cura di), Storia delle relazioni internazionali. Testi
                 e documenti (1815-2003), Monduzzi, Bologna, 2004, pp. 186-187.
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