Page 53 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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sito non poche discussioni con le sue controparti francesi, ora rappresentate dal
nuovo comandante dell’armata d’oriente, generale Franchet d’Espèrey, al quale
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tuttavia il governo di parigi ordinò di non ostacolare gli italiani in albania. Alla
fine, nonostante le iniziali resistenze di Diaz, Ferrero diede avvio ad un’azione
verso Ciafa Devris e Malakastra, da dove sarebbe poi stato possibile avanzare
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su Berat e Fieri. L’offensiva italiana, anche nota come battaglia di Fieri-Berat,
ebbe inizio il 6 luglio con un attacco dell’ala destra dello schieramento italiano,
mentre il concomitante attacco francese venne respinto, facendo quindi mancare
fin dall’inizio il sostegno alleato all’offensiva. occupato il Malakastra l’attacco
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procedette con successo verso Fieri e nella serata dell’8 luglio le linee austriache
furono sopraffatte, permettendo così agli italiani di occupare alcune importanti
posizioni.
Il giorno successivo l’attacco riprese e superata Fieri gli italiani avanzarono
verso il fiume Semeni, riuscendo a sfondare nel tratto centrale del fronte ed en-
trando a Berat. Nei giorni seguenti vi furono solamente piccole azioni destinate
a sistemare la nuova linea mentre Franchet d’Espèrey, ritenendo opportuno un
ulteriore balzo verso lo Skumbi, chiese a Ferrero di contribuire a questa nuova
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operazione intesa a separare gli austriaci dai bulgaro-tedeschi alla loro sinistra.
Ferrero non disponeva però di risorse sufficienti per una nuova offensiva, deci-
dendo comunque – contro il parere di Diaz – di partecipare con alcuni reparti
all’azione alleata. Fu questa una decisione infelice poiché per le difficoltà del
terreno e l’assenza del promesso contributo francese sulla propria destra, le trup-
pe di Ferrero furono rapidamente costrette a ripiegare, fino a lasciare scoperto il
fianco francese. Questo portò, oltre all’inevitabile reprimenda da parte di Diaz,
alla proposta di abbandonare Berat, che fu contestata dai francesi e sulla quale
intervenne anche il presidente del Consiglio francese, George Clemenceau, il
quale si rivolse a orlando per sostenere la difesa della città. Il capo di Stato Mag-
giore italiano era però convinto della necessità di abbandonare la posizione e su
questo ebbe anche un duro scontro con il ministro degli Esteri Sidney Sonnino.
In realtà Diaz aveva giustamente compreso la precarietà della posizione di Be-
rat, che in effetti fu sottoposta a continui attacchi già a partire dal 22 agosto per
essere poi evacuata il 25. Seguì una lunga serie di piccoli scontri lungo la linea
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di contatto senza nessun combattimento di una qualche entità.
6 Les armées françaises dans la Grande Guerre, Tome VIII La campagne d’orient (Dardanelles
et Salonique), Imprimerie National, paris 1934, vol. III, p. 73.
7 L’esercito italiano nella Grande Guerra (1915-1918), cit., p. 109.
8 Ivi, p. 111. Vedi anche Montanari Mario, Le truppe italiane in albania (1914-1920 e 1939),
Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, Roma 1978, p. 137.
9 L’esercito italiano nella Grande Guerra (1915-1918), cit., p. 114.
10 Montanari, Le truppe italiane, cit., pp. 141-147. Vagnini, L’Italia e i Balcani nella Grande
Guerra, cit., p. 94.