Page 55 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
P. 55

I SeSSIone - FrontI del conFlItto                                    55



             reciproche infatti, la firma di quel documento significava la rottura dei termini
             dell’accordo del 1916 sui quali si basava l’intera politica romena e che nonostan-
             te il rientro in guerra del paese avvenuto nel novembre successivo, fu considera-
             to un elemento decisivo nel riconoscere a Bucarest quanto questa aveva preteso
             in cambio del proprio intervento nel conflitto. Il tema non è secondario in quanto
             si unì nei mesi successivi al più ampio problema del rispetto dei trattati, incluso
             quello con l’Italia, e avrebbe rappresentato un nodo giuridico di grande rilievo
             durante le trattative di parigi.

             L’ultima battaglia in Macedonia
                Tra luglio e agosto 1918 il generale Franchet d’Espèrey definì la strategia per
             il settore balcanico, che prevedeva la rottura del fronte nemico tra Dobropolje e
                                                                  14
             Vetrenik; azione questa da intraprendere il prima possibile.
                L’offensiva decisiva, nota anche come battaglia di Dobro polje, ebbe inizio
             il 14 settembre. Il giorno successivo la 2ª armata serba, con il sostegno di unità
             francesi riuscì a sfondare la prima linea avversaria ed entro il 16 settembre la
             breccia fu sufficientemente ampia da provocare una crisi dell’intero sistema di-
                                                                                  15
             fensivo nemico, investito nel frattempo sulla Cerna e verso la valle del Vardar.
             Il 18 settembre nel tratto orientale del fronte anche inglesi e greci passarono
             all’attacco, ma furono respinti con gravi perdite.
                Nel settore centrale, dove si trovava la 35ª Divisione italiana si ebbero sola-
             mente azioni dimostrative fino a quando, il 21 settembre, il generale Mombelli
             ordinò di attaccare senza preventiva preparazione d’artiglieria.  Nelle ore suc-
                                                                     16
             cessive gli italiani, in congiunzione con la manovra laterale dei francesi, riusci-
             rono ad avvolgere e superare le difese nemiche sulla Baba planina e furono poi
             inviati dal comando superiore sulla sinistra del fronte per tagliare la ritirata al ne-
             mico nella zona di ocrida. Dopo un’accanita resistenza il 25 settembre i bulgari
             iniziarono una ritirata generale. La situazione in Bulgaria era però già caotica
             mentre l’esercito di Sofia era sull’orlo della disintegrazione. Il giorno successivo
             gli italiani superarono la Baba planina occupando una serie di località lungo la
             direttrice nord-sud, più o meno parallelamente al Lago di ocrida, chiudendo così
             la via per la ritirata al nemico. Skopje caddè il 29 settembre e mentre le truppe
             bulgare si ritiravano, si diffusero malcontento e disordini. Il nemico iniziava
             ormai a cedere su tutta la linea e parve prossima anche una ritirata dal settore
             albanese. Franchet d’Espèrey aveva del resto già proposto il concorso del XVI
             Corpo italiano all’offensiva finale e Ferrero, consapevole del quadro comples-


             14  Les armées françaises dans la Grande Guerre, cit., III, pp. 389-390.
             15  per una descrizione dettagliata dei combattimenti cfr. Hall ricHard c., Balkan Breakthrough:
                 The Battle of Dobro pole 1918, Indiana University press, Bloomington 2010.
             16  L’esercito italiano nella Grande Guerra (1915-1918), cit., p. 306.
   50   51   52   53   54   55   56   57   58   59   60