Page 60 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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60 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
tutto ciò che rappresentava lo stato, il dissolversi addirittura della solidarietà tra
commilitoni di nazionalità diverse . Mentre si iniziava la lotta sul Grappa e alle
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Grave di Papadopoli sbarcavano le prime aliquote della 10ª Armata, i reggimenti
austro-tedeschi di una Divisione attaccavano nella notte tra il 24 ed il 25 ottobre
a Codroipo, nel combattimento cittadino forse più ignorato della Grande Guerra,
i camerati del corpo sloveno (il 2° Gebirgsschuetzen Regiment) che avevano
deciso di non muovere verso il fronte, ma di imboccare la via di casa . Alla fine,
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equamente spartiti tra sloveni ed austro-tedeschi, sarebbero stati una quarantina i
morti ed i feriti. L’avversione per l’ufficialità austriaca, da sempre covata da tanti
sloveni, aveva alla fine avuto la meglio sull’avversione per gli italiani (i Lahi o
polentarji), efficacemente descritti dalla propaganda imperial-regia – soprattut-
to dopo le rivelazioni diplomatiche legate alla pace di Brest-Litovsk - come i
nuovi colonizzatori delle terre slovene. Per usare l’espressione di un ufficiale
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posta icasticamente come titolo da un recente studio austriaco, in quel momento
“fu l’intero mondo a crollare sotto i loro piedi”. Non a caso la convinzione che
spinge corpi come il 7° carinziano ad immolarsi in un’ultima inutile riconquista
del caposaldo del Pertica sul massiccio del Grappa o altri reparti a conservare
orgogliosamente la coesione interna nel corso della ritirata non è più l’amor pa-
trio ed ancor meno quella fedeltà all’imperatore che era stata da sempre la cifra
dell’esercito e dei suoi ufficiali. La fedeltà alla grande patria è stata qui sostituita
dallo spirito di corpo, dall’onore da preservare alla propria bandiera e dal tribu-
to da rendere alla memoria dei commilitoni lasciati sul terreno in quattro anni
di lotta. Anche la logica dell’essere “invitti sul campo” che connota come un
refrain tanta memorialistica post-bellica e compare come titolo di una raccolta
3 Un interessante contributo al problema dell’appartenenza nazionale nell’ambito dell’esercito
austro-ungarico, da un punto di vista prevalentemente linguistico e purtroppo senza espliciti
riferimenti al conflitto, è quello offerto da Scheer Tamara, Konstruktionen von ethnischer zu-
gehörigkeit und Loyalität in der k.u.k. armee der Hasburger (1868-1914), in Millner alexan-
dra, Teller Katalin (hg), Transdifferenz und Transkulturalität. Migration und alterität in den
Literaturen und Kulturen Österreich-Ungarns, Transcript Verlag, Bielefeld 2018, pp. 155-174
https://www.academia.edu/36785405/Konstruktionen_von_ethnischer_zugehörigkeit_
und_Loyalität_in_der_k.u.k._armee_der_Habsburgermonarchie_1868-1914 [ultimo accesso
12 dicembre 2018].
4 Schneider Constantin, Die Kriegserinnerungen 1914-1918, Einleitet, kommentiert und he-
rausgegeben von oskar Dohle, Böhlau Verlag, Wien-Köln-Weimar 2003, pp. 571-575.
5 Si vedano a riguardo i diari di Habe Tone, pogled iz malega sveta, Lubiana 1959, Rueh
Franc, Moj dnevnik 1915-1918, a cura di Jgor Vilfan, Lubiana 1999 e Čebokli andrej, andrej
Čebokli: pesnik in pisatelj iz Kreda (1893-1923), a cura di R.Šent, Goriška Mohorjeva, Go-
rica 1999 e l’ampia analisi di Verginella Maria, Il nemico e gli altri nelle fonti slovene della
Grande Guerra, in Catalan Tullia (a cura di), Fratelli al massacro. Linguaggi e narrazioni della
prima guerra mondiale, Viella, Roma 2015, pp. 69-94.