Page 64 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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                sola vita per un risultato comunque sicuro. Avremmo concluso la pace e
                conservato l’onore del ritorno in patria da invitti.”
                                                            17
                Non mancavano nemmeno voci secondo le quali anche l’esercito italiano sa-
             rebbe stato prossimo ad un ammutinamento o quanto meno sarebbe stato con-
             trassegnato  da  diffusi  rifiuti  di  obbedienza, soprattutto  di  fronte  all’ordine di
             passare nuovamente all’offensiva.  Ai primi di settembre le artiglierie di calibro
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             maggiore, nonché le principali scorte e derrate alimentari o di foraggio, venivano
             avviate verso la frontiera; l’attacco italiano avrebbe obbligato, almeno le prime,
             ad un affannoso ritorno. 19
                Se una battaglia avesse dovuto comunque essere combattuta, il comando su-
             premo era pronto ad affrontarla, pur nella consapevolezza che ciò comportava
             una serie di difficoltà, che avrebbero reso difficile, se non impossibile, condurla
             ed orientarla una volta iniziata. La prima di queste difficoltà era posta dalla stes-
             sa situazione geografica. Il fronte austro-ungarico in Italia si presentava infatti
             suddiviso in una serie di settori: Piave, Val Belluna e Monte Grappa, Altipiani,
             Pasubio, Giudicarie (il Tonale e lo Stelvio erano esclusi per le scarse prospettive
             operative che offrivano), separati se non del tutto reciprocamente isolati. Man-
             cava infatti una via di arroccamento “vicina” che consentisse un rapido sposta-
             mento delle riserve da uno all’altro di essi. Nel 1918 la sola importante via di
             facilitazione che collegava il cuneo trentino alla pianura era di fatto quella del
             1915: la ferrovia che da Bolzano, attraverso la Val Pusteria, conduceva a Villach
             e da lì a Trieste. Erano stati fatti bensì sforzi notevoli per risolvere o quanto meno



             17  Schneider, Die Kriegserinnerungen, cit., p. 566.
             18  Che si trattasse di una credenza priva di qualsiasi base fattuale e diffusa ad arte dalla propa-
                 ganda austro-ungarica è sinceramente riconosciuto dagli stessi protagonisti: von Lengyel, Der
                 militärische zusammenbruch, cit., p. 271.
             19  Broucek peter (hrsg), Theodor Ritter von zeynek: Ein offizier im Generalstabskorps erinnert
                 sich, Böhlau Verlag, Wien-Köln-Weimar 2009, p. 305. Dove l’allora quartiermastro generale
                 del comando supremo k.u.k. annotava alla fine di settembre 1918: “Come primo passo misi
                 al lavoro l’intendenza dell’esercito allo sgombero dei territori nemici occupati, per metter
                 in salvo le derrate alimentari ed i materiali di ogni tipo che vi erano stati accumulati. Il che
                 venne fatto tempestivamente.” Una precisa testimonianza italiana delle modifiche intervenute
                 nello schieramento delle artiglierie di grosso calibro avversarie è data da arpesani Giustino, Il
                 16° Reggimento di artiglieria da Campagna nella Guerra Italo-austriaca 1915-1918, tipi del
                 Bertieri, Milano 1951, pp. 73-74: “…il nemico, conscio dell’imponenza della nostra azione
                 e della probabile rottura del suo fronte, iniziasse un arretramento delle sue artiglierie pesanti,
                 inteso a predisporre una nuova linea di difesa più arretrata od a salvare comunque una parte
                 del suo materiale di guerra. E che questo arretramento delle artiglierie si fosse iniziato prima
                 della fine di ottobre ci doveva essere rivelato dal gran numero di pezzi di artiglieria pesante
                 che raggiungemmo durante l’avanzata in località già molto lontane dalle linee che quindi
                 dovevano essere state sguarnite in periodo immediatamente anteriore alla nostra avanzata in
                 Trentino.”
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