Page 66 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
P. 66

66                                              il 1918. la Vittoria e il Sacrificio


             pestivo invio di rinforzi proprio a causa delle carenze nel trasporto ferroviario.
                                                                                  24
             In caso di lotta ogni settore avrebbe quindi dovuto e potuto fare assegnamento
             soltanto sulle riserve disponibili al suo inizio (4 Divisioni e mezza in Tirolo,
             altre 4 in Val Belluna; 8 e mezza tra Livenza e Tagliamento), con l’inevitabile
             dispersione delle forze che ciò comportava e soprattutto con l’impossibilità per il
             comando supremo di intervenire ad influenzare l’andamento dei combattimenti
             con l’immissione di nuove forze. Lo notava con evidente preoccupazione nel suo
             diario, in data 21 ottobre, il citato Cap. Schneider:
                   “Il nemico è pronto per l’offensiva, questo affermano le notizie che
                vengono fornite in un flusso continuo dalle diverse fonti dell’ufficio in-
                formazioni. L’attacco principale del nemico secondo tutte le indicazioni
                sembra essere diretto su Conegliano: un piano audace, che inizia bensì
                nel punto più difficile del fronte, ma se dovese avere successo potrebbe
                separare il fronte austro-ungarico in due parti divergenti.”
                                                                   25
                Alle ragioni geografiche si aggiungevano quelle di ordine tattico. Le espe-
             rienze fatte dai tedeschi sul fronte occidentale fin dall’inizio del conflitto e dif-
             fuse “dottrinalmente” in modo capillare, almeno a partire da Verdun e in seguito
             agli esiti dell’operazione “Michael”, avevano ormai convinto anche gli austriaci
             che la sola opzione praticabile in una battaglia difensiva era legata alla “difesa
             elastica”. Nel 1918 nessun sistema trincerato, per quanto complesso e difeso da
             ostacoli naturali (il Piave o le asperità montane del Grappa, del Pasubio o dell’Al-
             topiano dei Sette Comuni), era in grado di resistere alla preparazione dell’arti-
             glieria e al successivo attacco.  Soprattutto dopo che l’impiego delle “cortine di
                                        26
             fuoco”, abbinate al tiro di controbatteria e alla tattica dell’infiltrazione da parte
             della fanteria, fattori questi ormai diventati patrimonio comune dei belligeranti,
             non consentivano di conservare non più semplicemente una linea, ma nemme-
             no un’intera “zona” difensiva. La soluzione stava quindi nell’affidare ai reparti



             24  Kathrein Jakob, “an meine getreuen oesterreichischen Voelker”. Das “Voelkermanifest” Karls
                 I. vom 16. oktober 1918 – Ein spaeter Versuch zur abwendung des zerfalls der Habsburger-
                 monarchie?, “Historia Scribere”, 7 (2015), pp. 33-68, qui p. 45.
             25  Schneider, Die Kriegserinnerungen, cit., p. 569.
             26  L’attacco al saliente tedesco di St.Mihiel da parte delle forze francesi e statunitensi il 12-14
                 settembre 1918 – ad esempio - viene così descritto in uno studio svolto ad Harvard da oliver
                 Shaw: “L’avanzata ebbe luogo solo dopo una preparazione di artiglieria su scala gigantesca,
                 con inizio alle 01.00, nel corso della quale vennero sparate circa un milione di granate e du-
                 rante la quale venne impiegata la più vasta forza aerea mai impiegata fino a quel momento per
                 l’osservazione ed il combattimento. Le Divisioni americane avanzarono ad ondate successive
                 dietro una cortina di fuoco in movimento perfettamente orchestrata, che offrì alle truppe una
                 splendida protezione e ed il senso di essere costantemente supportate, facendole abbattere su
                 un nemico demoralizzato e immerso nella nebbia.” The Battle of St.Mihiel. September 12-14,
                 1918, “Field artillery Journal”, 15 (1925), p. 451.
   61   62   63   64   65   66   67   68   69   70   71