Page 70 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             tà di tenuta e reazione largamente inaspettate come nel caso della 25ª Divisione
             Schützen opposta all’8ª Armata italiana e protagonista dei riusciti contrattacchi a
             Sernaglia e Mosnigo, a momenti precoci di dissolvimento come davanti alla 10ª
             di Lord Cavan. Esemplare a proposito è quanto riportato dalla storia del 2° Regg.
             di fanteria Landsturm, pur facendo la tara sull’immancabile “nazionalismo tede-
             sco” del dopoguerra:
                   “In  conformità  agli  ordini  il  Reggimento  dovette  ripiegare  dietro  il
                Monticano il 27 ottobre, senza peraltro essere pressato dal nemico. Nei
                settori vicini truppe non tedesche si erano nel frattempo già rifiutate di
                obbedire. Si era in tal modo dato il via alla sfortunata fine della guerra.
                Mentre il Reggimento sostava a Cimetta, gli inglesi poterono infrangere
                la resistenza delle truppe impiegate sul Monticano. Il 2° Regg. di fante-
                ria Landsturm venne mandato al contrattacco e rigettò gli inglesi oltre il
                fiume, ma il nemico non si diede per vinto e tornò all’attacco sostenuto
                da violento fuoco. I reparti del Reggimento vennero quindi dispersi e po-
                terono riunirsi nuovamente solo a Copo di mezzo. Il grande contrattac-
                co previsto dal Feldmaresciallo Boroevic non poté più essere svolto, per
                l’ammutinamento della Divisione Schützen cecoslovacca.”
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                Anche tra gli ungheresi, che pure avevano ricevuto l’ordine dal loro governo
             di rientrare in patria e che sentivano in modo particolare la forza di attrazione
             della propria terra, non mancarono comunque corpi che continuarono a batter-
             si.  Tra tutti merita senz’altro di essere citato il XXIV C.d.A. del Gen. Imre Haf-
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             dy von Livno, la cui “tenuta” consentì alla 6ª Armata di superare la “crisi” del 29
             ottobre. La distanza però dal combattimento dei nuclei destinati al contrattacco,
             posti dietro il Monticano e la Livenza (Gruppi Nöhring e Majewski) fece qui
             prevalere la logica del “budino” preconizzata da Marchetti. Invece di lanciarsi
             nella decisiva reazione dinamica, la maggior parte dei corpi oppose più o meno
             espliciti rifiuti di obbedienza, inalberò bandiere e coccarde nazionali e si avviò
             verso la frontiera orientale. Delle 4 Divisioni di cui disponeva inizialmente, il
             Gruppo Nöhring, cui sarebbe spettato la reazione dinamica dalla zona di Oderzo,

             si trovò al momento decisivo a poter contare su soli 8 battaglioni e la sua azione
             dovette necessariamente essere sospesa  In più di qualche comando si osserva-
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             35  Der Heldenweg des zweier-Landsturm 1914-1918. Geschichte des oberoesterreichisch-salz-
                 burgishen k.k. Landsturm-Infanterieregiment Nr. 2 und der selbstaendigen Landsturm-Feld-
                 bataillone, Buch- und Steindruckerei J.Wimmer, Linz o.J., p. 85.
             36  Farkas Márton, Katonai összeomlás és forradalom 1918-ban. a hadsereg szerepe az osztrák–
                 Magyar Monarchia felbomlásában, akadémiai Könyvkiadó, Budapest 1969, pp. 286-287.
             37  Fraintende le possibilità operative ed ancor più le intenzioni di Boroevic la ricostruzione di
                 Sachslehner Johannes, 1918. Die Stunden des Untergangs, Styria premium, Wien-Graz 2014,
                 p. 275 quando attribuisce al comando di Udine l’intenzione di fare della Koenig Stellung sul
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