Page 56 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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56 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
sivo, aveva richiesto a Roma l’autorizzazione ad attaccare anche sul suo settore
per evitare che forze greche e francesi potessero giungere nell’albania orientale.
Sonnino approvò però l’offensiva in albania solamente il 1° ottobre e il giorno
successivo un ordine in tal senso fu emanato da Diaz, dopo dunque la firma
dell’armistizio bulgaro – avvenuta il 29 settembre. a questo punto dobbiamo
segnalare la decisione del Comando Supremo italiano di riorganizzare le proprie
forze nella regione, costituendo un Comando Superiore delle Forze Italiane nei
Balcani, al comando del generale Settimio piacentini.
Nelle prime settimane di ottobre si svolse una vera e propria corsa all’occu-
pazione del territorio albanese che si sviluppò in una più ampia manovra intesa
ad occupare posizioni strategiche in Kosovo e Montenegro. Gli italiani entrarono
quindi a Elbasan e Tirana, scarsamente contrastati dagli austriaci in ritirata; il 16
ottobre raggiunsero Durazzo, mentre Sonnino richiedeva un ulteriore sforzo af-
finché venisse occupato anche il resto del territorio albanese al fine di prevenire
l’arrivo dei serbi, obbiettivo raggiunto tra il 27 e il 31 ottobre, con l’occupazione
di alessio, San Giovanni di Medua e Scutari – dove i serbi erano giunti per pri-
mi – ma anche di antivari, Dulcigno e Vir pazar, mentre prossima era ormai la
presa di Cattaro. I serbi controllavano intanto diverse località lungo tutto l’arco
della frontiera albanese del 1913 in violazione delle linee di demarcazione per le
zone d’occupazione.
La guerra nel fronte macedone si era intanto conclusa con la firma il 29 della
convenzione d’armistizio con la Bulgaria, che apriva la strada del Danubio così
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come quella per Costantinopoli.
Serbi e francesi avanzavano verso Niš e Belgrado, mentre forze britanniche e
francesi, cui era aggregata anche la brigata Sicilia, si apprestavano ad avanzare
verso la capitale ottomana. Il resto delle truppe alleate marciavano attraverso
il territorio bulgaro dirette in Romania per impedire che l’11ª armata tedesca
di von Mackensen vi potesse organizzare una difesa a oltranza. proprio in quei
giorni il governo romeno si apprestava a riprendere le ostilità contro gli Imperi
Centrali per non lasciarsi sfuggire l’opportunità di realizzare le proprie aspira-
zioni nazionali. Su questa scelta influì anche la decisione di parigi di inviare nuo-
vamente in Romania il generale Berthelot – già a capo della missione militare
attiva nel paese tra il 1916 e l’inizio del 1918 – per assumere il comando della
neocostituita armata del Danubio. Il generale avrebbe avuto nei mesi successivi
un ruolo di rilievo nelle operazioni contro le forze bolsceviche in Ungheria e
Ucraina.
17 Vagnini, L’Italia e i Balcani nella Grande Guerra, cit., p. 117.