Page 51 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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I SeSSIone - FrontI del conFlItto                                    51



             l’evoluzione del Fronte balcanico



             Prof. Alessandro VAgnini     1



                   ultimo anno della Grande Guerra rappre-
             L’  senta  un  momento  cruciale  nella  storia,
             uno di quei passaggi che segnano i decenni a
             venire, eppure se pensiamo al 1918 spesso fi-
             niamo per sottovalutarne la portata, quasi fosse
             l’inevitabile fine di un percorso già segnato nei
             mesi  precedenti,  molto  meno  determinante  di
             quel 1917 che fu invece l’anno della Rivoluzio-
             ne in Russia e dell’ingresso in guerra degli Stati
             Uniti. Ma il 1918 fu un anno dinamico e ricco di eventi. Va inoltre ricordato
             come il conflitto, che proprio nei Balcani ebbe inizio, in effetti iniziò a chiudersi
             – se così si può dire – proprio in questa regione d’Europa ed è qui che nel mese di
             settembre, per la prima volta, le linee degli Imperi Centrali crollarono. Il fronte
             balcanico fu però anche il più complesso tra i diversi fronti aperti nel corso della
             guerra mondiale, non solo per la durezza del terreno e le difficoltà del clima, ma
             anche e soprattutto perché fu l’unico dove quasi tutti i paesi coinvolti nei due
             schieramenti furono in qualche modo presenti. Dobbiamo poi aggiungere come
             tra il 1916 e la metà del 1918 il fronte romeno, seppur tecnicamente parte di
             quello orientale, fosse per motivi strategici molto più affine a quello balcanico
             ed in effetti il più delle volte come tale venne considerato nei piani delle potenze
             belligeranti. In questo scacchiere si giocavano inoltre diverse partite che spesso
             esulavano dagli obbiettivi dichiarati dei contendenti e che potremmo riassumere
             nell’ambizione di creare nuovi equilibri e specifiche egemonie nella regione.
             Questo elemento deriva in parte anche dalla effettiva composizione del fronte,
             che possiamo in realtà dividere in due, considerando come componenti quasi
             separate tra loro – anche se in realtà non lo erano affatto – il settore macedone,
             o fronte di Salonicco, e quello albanese a cui, lo ripetiamo, andrebbe aggiunto in
             prospettiva strategica anche quello romeno.
                Nella seconda metà del 1917 il fronte macedone rimase stabile e solamente
             nel mese di novembre gli Imperi Centrali tentarono di condurre azioni offensive,
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             analogamente a quanto fecero negli altri fronti europei.  L’arrivo del 1918 non
             1   Ricercatore di Storia delle relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze politiche
                 de “ La Sapienza” Università di Roma.
             2   Vagnini alessandro, L’Italia e i Balcani nella Grande Guerra. ambizioni e realtà dell’impe-
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