Page 47 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             discorsi ufficiale e nell’immediato dopoguerra, però non fu abbastanza forte per
             resistere al ritorno delle tensioni tra i due paesi tra memoria militare e gioco
             politico.

             Tra memoria militare e gioco politico
                In effetti, nonostante le prove di amicizia che abbiamo viste, i pregiudizi ne-
             gativi non sparirono mai e ricomparvero velocemente.
                Già, dopo Bligny, il discorso italofilo non era stato unanime. Ufficiali di col-
             legamento francesi presso il comando del corpo d’armata italiano avevano dato
             valutazioni sfumate. Il maggiore Lanquetot, per esempio, giudicò il comporta-
             mente della truppa onorevole, salvo la brigata alpi. « Garibaldi è un ignorante,
             scrisse, la sua brigata suscitava del resto, prima della battaglia, un’impressione
             meno buona delle altre. Il comando italiano stesso ritiene che la brigata alpi non
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             sia stata all’altezza » . Effettivamente, ci furono alcuni casi di diserzione nella
             brigata. La mattina del 15 luglio, nove soldati del 52° reggimento tentarono di
             fuggire. Il generale Giovanni Beruto li fece arrestare e diede l’ordine di fucilare
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             il più alto in grado, un caporalmaggiore .
                Quanto ai soldati, dopo gli armistizi, iniziò un periodo difficile, con noia,
             angoscia, attesa della smobilitazione fino a febbraio 1919, perché dalla Francia,
             il ritorno al paese fu molto lento. Così tensioni e risse apparvero di nuovo. Fu il
             caso il 25 dicembre 1918 a Montluçon, una piccola città tranquillissima nel cen-
             tro della Francia, nel dipartimento dell’allier. In un bar, un poilu fu pugnalato da
             un militare delle TaIF, ciò che riattivò i cliche negativi della fine dell’800 dell’i-
             taliano furbo, vigliacco, maestro del coltello. Il quotidiano locale, « Le Centre »,
             scrisse a proposito : « alcuni italiani hanno il coltello facile, e questo è magari la
             spiegazione di questo stupido dramma » . Su un altro piano, a proposito della vi-
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             sita di Vittorio Emanuele III, i giornali di sinistra non ebbero un tono favorevole.
             « L’Humanité », quotidiano socialista, il 20 dicembre 1918, mise il re d’Italia sul
             piano del re belga e del re di Gran Bretagna, senza esaltare il suo ruolo . Il gior-
                                                                           61
             nale socialista pacifista, « Le populaire », adottò un tono caustico : « La presenza
             del Re d’Italia permette sciocchezze facili, di cui beneficia il restaurante italiano
             poccardi [il più famoso ristorante italiano a parigi nel II « arrondissement »]. Da
             due giorni, non si parla che di “ potage Minestrone “, “ Ravioli à la Milanese “,



             58  Impressioni sul II corpo d’armata italiano del Maggiore Lanquetot, capo della missione
                 francese presso detto corpo, senza data, SHD/GR, 16 N 1933, s. d. 3.
             59  RoCHaT GIoRGIo, « Les Italiens dans la deuxième Marne », cit., p. 235, n. 22. FoR-
                 CELLa ENzo E MoNTICoNE aLBERTo, plotone d’esecuzione. I processi della pri-
                 ma guerra mondiale, Laterza, Bari, 1968, p. 448.
             60  « Le Centre », 27 dicembre 1918, p. 2.
             61  Le roi d’Italie à paris, « L’Humanité », 20 dicembre 1918, prima pagina.
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