Page 49 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             favorì allora la formazione di comitati locali per curare le tombe in una « opera
             nazionale per le tombe dei soldati italiani caduti in Francia » e per raggruppare
             le salme in due cimiteri : quello di Bligny (fin da settembre 1919) e quello di
             Soupir (fin da febbraio 1920). L’operazione fu un successo. Il 10 marzo 1919,
             esistevano comitati a Nantes, Saint-Étienne, Lyon, Digione, Sète, nella Marna,
             nell’aube, e quelli a Béziers, Montpellier, Narbonne, perpignano e Tolosa sta-
             vano per formarsi. Questi comitati fecero un lavoro notevole. all’inizio delle
             anni 1930, a Bligny erano inumate 3 053 salme nelle tombe e 400 nell’ossario,
             e a Soupir 587. alcune salme rimasero tuttavia altrove : 346 furono lasciate nei
             cimiteri comunali sotto la giuridizione dei consolati, 28 altre lo furono sul posto
             a richiesta delle famiglie, 333 non furono identificate e 108 non furono trovate.
             Così, in totale, 4 853 militari caduti in Francia (al minimo), giacquero fuori della
             madre patria e divennero così oggetto di un culto fascista.
                Il governo di Mussolini decise in effetti, con mire di propaganda nazionale e
             internazionale, di fare di Bligny il campo santo del sacrificio italiano in terra stra-
             niera. Nel maggio-giugno 1924, il cimitero fu così ampliato per ricevere le salme
             di 908 militari del II CaI (32 % del totale), 352 lavoratori militari (12 %), 1185
             prigionieri di guerra morti in Francia tornando dalla cattività (38 %), 159 soldati
             d’unità non identificate (5 %), 389 soldati di unità diverse tra cui l’aeronautica
             (13 %), e anche 39 garibaldini, caduti nell’ argonne nel 1914-1915, trasferiti dal
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             cimitero della Chalade nell’ argonne . Un ossario fu anche creato e tra 1926 e
             1928 il cimitero fu totalmente sistemato con la posa delle croci, la decorazione
             floreale, la messa in ordine dei viali, la costruzione di un muro esterno, della casa
             del custode, del cancello, della capella e infine, l’erezione di un tempio cinto
             di cipressi, che evocava un paesaggio toscano. Il governo fascista volle anche,
             come in Italia, aprire un parco della rimembranza di fronte al cimitero. alberi
             furono piantati e le nuove generazioni dovettero mantenere bene lo spazio di
             memoria. Il « cimitero militare e il cimitero vegetale riuniti alla vetta del colle si
             trovavano faccia a faccia, sottolineando così doppiamente, il peso e l’importanza
             del sacrificio » . Bligny divenne allora la necropoli italiana in Francia e il luogo
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             sacro di commemorazione italo-francese nelle anni « venti » e « trenta », alla
             presenza delle autorità consolari italiane e del fascio locale, delle autorità locali
             e del rappresentante della prefettura francese, non senza provocare frequenti re-
             azioni antifascista da parte dei fuoriusciti.


                Così, nel 1918, e ancora di più nel dopoguerra, nonostante il rilevante contri-
             buto militare italiano in Francia, l’aspetto politico vinse. Tuttavia, gli italiani, sia
             lavoratori, sia combattenti, ebbero la sensazione di avere partecipato alla vittoria


             67  HEYRIES HUBERT, Les travailleurs militaires…, op. cit., pp. 219-222.
             68  paU BEaTRIX, Le transfert de corps …, op. cit., p. 256.
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