Page 46 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             ria garibaldina e del passato militare comune. Così, nel corteo vittorioso delle
             truppe alleate, un battaglione della brigata alpi, con il fazzoletto rosso al collo,
             il colore dei garibaldini, sfilò a parigi, Champs Élysées il 14 luglio 1919. poi nel
             1921, si celebrò la memoria degli italiani caduti in Francia e quella dei francesi
             caduti in Italia da Napoleone I al 1918. Quando il 24 maggio, nelle Invalides,
             il generale armando Diaz diede ai francesi la bandiera delle truppe italiane che
             avevano combattuto a Bligny, il giornalista paolo Fabbrini glorificò nel « Cor-
             riere di Livorno », la « fratellanza d’armi che unisce Francia ed Italia, fratellanza
             cementata col sangue su tanti campi di battaglia, dalle montagne iberiche alle
             steppe moscovite [sotto il primo Impero], da Digione [nel 1871] a Rheims [sic],
             e là pure sul piave, allor quando non molti ma valenti soldati francesi combat-
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             terono a fianco dei nostri » . Lo stesso anno, in Italia, l’ambasciatore francese
             Camille Barrère pronunziò un bel discorso il 22 settembre sul monte Tomba,
                                          a
             dove il 30 dicembre 1917, la 47  divisione di « chasseurs » francesi aveva con-
             dotto una brillante offensiva a fianco degli italiani contro gli austro-tedeschi.
             Camille Barrère ne approfittò per rendere omaggio ai valorosi soldati d’Italia,
             non solo eroi del Carso, dell’Isonzo, delle alpi Carniche e degli altipiani ma
             anche di Bligny. per lui, tutti, francesi e italiani, divenivano di nuovo e per forza
             di cose, fratelli d’armi, eredi dei vincitori di Montebello, Magenta, Solferino e
             San Martino [nel 1859], Digione [nel 1871] e Reims, del Monte Tomba e del
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             piave [nel 1918] . Così al di là e al di qua delle alpi, l’evocazione delle guerre
             di Napoleone I e di Napoleone III, della guerra di 1870-1871 e delle argonne del
             1914-1915, del Grappa, del piave e di Bligny nel 1918, servì da base di comune
             memoria per glorificare la fratellanza franco-italiana. Non fu l’ultimo modo per
             trasfigurare la memoria. anche la poesia cambiò in epopea le gesta dei militari
             italiani in Francia. Giuseppe Ungaretti, in « Soldati. Bosco di Courton luglio
             1918 » tradotto in francese nel 1919 esaltò il colle di Bligny « montagna di te-
             nebre »   e Curzio Malaparte descrisse il terrore del soldato a Bligny, gridando
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             « Le gaz ! Le gaz ! », il gas di cui lui stesso fu la vittima .
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                In definitiva, la fratellanza militare fu effettiva sul campo di battaglia, nei


             54  paolo Fabbrini, Garibaldi e Nomellini, « Corriere di Livorno » e « Gazzetta della sera »,
                 14 maggio 1921, archives du ministère des affaires Etrangères (aaE), Correspondance
                 politique et Commerciale (CpC), Italie, 1918-1940, n° 41, f° 41.
             55  Discorso di Camille Barrère, 22 settembre 1921, aaE, CpC, Italie, 1918-1940, n°50, f°°
                 65-70.
             56  CaSELLI LapESCHI aLBERTo, MILITELLo GIaNCaRLo (a cura di), 1918. Gli
                 italiani…, op. cit., pp. 46-47. UNGaRETTI GIUSEppE, Vita di un uomo. Tutte le poe-
                                         a
                 sie, Mondadori, Milano, 1970, 3  ed., pp. 83-87, 341, 349 e 579.
             57  MaLapaRTE CURzIo, L’arcitaliano e tutte le altre poesie, Firenze, Vallecchi, 1962,
                 pp. 203 e 208-209. CaSELLI LapESCHI aLBERTo, MILITELLo GIaNCaRLo (a
                 cura di), 1918. Gli italiani…, op. cit., pp. 47-51.
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