Page 48 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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             “ Carporetto [sic] à la piave “, “ Spaghetti à la Cadorna “ » .
                Inoltre, il clima di reciproca rivendicazione del ruolo di potenza alla confe-
             renza della pace di parigi e il conflitto tra la Francia e l’Italia a proposito della
             Yugoslavia crearono un contesto di tensioni. Si sviluppò allora una politica di di-
             menticanza e di rimozione dalla memoria del ruolo degli italiani in Francia (e sul
             ruolo dei francesi in Italia) tra disprezzo francese e gallofobia italiana ricordando
             l’epoca della Triplice . La stampa francese (« Le petit parisien », « L’Homme
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             Libre », « La Victoire », « L’action Française », « L’Humanité », « Le popu-
             laire », « L’Illustration », « Le Miroir ») evocò appena la presa del Chemin des
             Dames dagli italiani e non pubblicò il discorso del presidente poincaré del 26
             agosto, mentre lo fece « Il Corriere della Sera ». Negli anni 1920 e 1930, i volumi
             6 e 7 nella storia delle Armées françaises dans la Grande Guerre, consacrati a
             1917-1918, e usciti nel 1923, 1931, 1934 e 1938, quasi dimenticarono la gesta
             degli italiani in Francia (nel tomo 2 del volume 6, sette pagine appena furono
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             consacrate al II CaI a Bligny ) mentre il ruolo dei francesi in Italia fu esaltato.
                In Italia, fu lo stesso durante il fascismo, con alcune sfumature. La guerra
             dei francesi in Italia fu certo nascosta e quella degli italiani in Francia esaltata,
             ma tuttavia con trattamento diverso. Il ruolo del lavoratore delle CoMI o delle
             TaIF fu quasi nascosto perché ricordava « l’Italietta » liberale caporettista. In
             compenso, il combattente del II corpo divenne l’eroe di Bligny, la figura emble-
             matica della forza latina rigeneratrice e vittoriosa, conforme al discorso fascista
             di propaganda. Malaparte, nel giornale « La Stampa » il 14 luglio 1929, eroicizzò
             per esempio la morte del povero militare, martire della guerra in terra straniera :
             « Stanotte, all’ora precisa in cui undici anni or sono, il 14 luglio 1918, iniziò la
             battaglia di Bligny, tutti i morti d’Italia, dalle alpi e dal Carso, chiameranno a
             voce alta il loro fratelli sepolti nella terra di Francia. I fanti morti per noi parle-
             ranno di noi » .
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                Questi fratelli caduti in Francia erano stati inumati sull’intero territorio nazio-
             nale (sui luoghi di battaglia, a Bligny e a Soupir, ma anche nella zona di guerra,
             85 nella Marna, 59 nell’oise, 24 nell’aisne, 17 nella Meurthe-et-Moselle, 16
             nella Mosa, 14 nella Senna Marittima, 14 nella Somme, 11 nella Senna-e-oise e
             10 nell’aube, e ancora nella zona dell’interno, nel centro–24 nel puy de Dôme–,
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             in Bretagna, nel sud-ovest e nel mezzogiorno francese) . Il generale albricci

             62  Le roi d’Italie à paris, « Le populaire », 20 dicembre 1918, prima pagina.
             63  GaBRIELE MaRIaNo, Gli alleati in Italia…, op. cit., p. 475.
             64  MINISTÈRE  DE  La  GUERRE,  Les armées  françaises  dans  la  Grande  Guerre,  vol.
                 6-1/2 e 7-1/2, op. cit., vedere vol. 6-2, op. cit., pp. 445-451.
             65  MaLapaRTE CURzIo, Terra di Francia rossa di sangue italiano, « La Stampa », 14
                 luglio 1929.
             66  paU BEaTRIX, Le transfert de corps …, op. cit., pp. 192-200, 256, 591-608.
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