Page 54 - Il 1918 La Vittoria e il Sacrificio - Atti 17-18 ottobre 2018
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54 il 1918. la Vittoria e il Sacrificio
La Romania esce di scena
Come precedentemente accennato, per comprendere in tutta la sua comples-
sità la situazione nei Balcani dobbiamo prestare attenzione anche a quanto stava
avvenendo nel settore romeno. Qui, dopo i disastri del 1916, nonostante la buona
prova data delle truppe romene nel corso del 1917, gli eventi legati alla rivolu-
zione bolscevica rendevano insostenibile la posizione della Romania. La firma
dell’armistizio di Brest-Litovsk costrinse infatti i romeni, ormai isolati, a siglare
l’armistizio di Focşani del dicembre 1917, a cui fece seguito un trattato di pace
nel maggio 1918. Si trattò di una pace dura, che privava la Romania di alcune
parti del suo territorio ma che soprattutto le imponeva pesantissime condizio-
ni economiche, subordinandone l’economia alle esigenze dei vincitori e che fu
sapientemente utilizzata dalla propaganda alleata come prova della rapacità del
nemico. Uno sguardo più attento può però vedere in queste pesanti condizioni
la prova dello stato di esaurimento materiale degli Imperi Centrali, letteralmente
strangolati e affamati dal blocco impostogli dagli alleati. a tutto ciò va però
aggiunto che alla Romania si permetteva di mantenere truppe in Bessarabia –
territorio abitato da una maggioranza romena ma formalmente parte dell’Impero
russo – garantendogli di fatto la possibilità di annettersi la provincia al termine
del conflitto sfruttando la confusa situazione della Russia rivoluzionaria. 11
Nella primavera di quell’anno lo schieramento alleato in Macedonia si avval-
se del contributo dei primi reparti ellenici, inseriti all’interno dell’armata britan-
nica. Gli alleati si impegnano quindi in una serie di azioni offensive, attaccando
12
il saliente fortificato dello Skra, che venne rapidamente conquistato. Nel mese
di maggio si svolge anche un’offensiva sul massiccio di ostrovica. 13
Sul piano politico, la caduta dello Skra e l’insoddisfazione per i risultati della
pace di Bucarest, che i bulgari considerano deludente, portano il 20 giugno alle
dimissioni del governo di Sofia. Il nuovo gabinetto, presieduto da aleksandar
Malinov, riuscì a raggiungere alcuni piccoli risultati, ma ebbe scarsa presa su
un’ormai sfiduciata popolazione, esausta per le dure condizioni materiali conse-
guenza del conflitto. Il paese e le truppe al fronte erano infatti a corto di cibo e
vestiario, mentre cresceva la sfiducia nei confronti degli alleati di Sofia. Malinov
cercò quindi di aprire negoziati segreti con Londra, offrendo l’uscita della Bul-
garia dal conflitto in cambio della Macedonia orientale; proposta che venne però
rapidamente respinta.
La resa della Romania ebbe un impatto significativo nei rapporti tra alleati le
cui gravi conseguenze si sarebbero però viste solamente al termine del conflitto
con l’apertura della Conferenza della pace di parigi. Nonostante le rassicurazioni
11 Cfr. Biagini antonello, Storia della Romania contemporanea, Bompiani, Milano 2004.
12 Les armées françaises dans la Grande Guerre, cit., III, p. 28.
13 Vagnini alessandro, L’Italia e i Balcani nella Grande Guerra, cit., pp. 108-109.