Page 137 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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II Sessione - L’eredità della guerra                                  135




              rio e iniziavano con dispnea, frequenza elevata del polso, cianosi, tremore delle
              labbra e della lingua, segni di incipienti bronchiti acute, catarri soffocanti, bron-
              copolmoniti, pleuriti spesso emorragiche; all’autopsia si riscontravano in genere
              focolai multipli emorragici nei lobi polmonari, iperemia del cervello, degenera-
              zione del tessuto epatico e renale.
                                                                 Nell’autunno del 1918 si
                                                               verificò la seconda ondata,
                                                               ma  stavolta  in  forme  più
                                                               gravi con complicanze a ca-
                                                               rico dell’apparato respirato-
                                                               rio,    cardiocircolatorio,
                                                               nervoso, renale, ecc. e con
                                                               esito spesso mortale. Nella
                                                               primavera  del  1919  fu  la
                                                               volta  della  terza  e  ultima
                                                               ondata (anche se vi fu una
                                                               piccola  fiammata  nell’in-
                                                               verno  dello  stesso  anno)
                                                               con  carattere  di  massima
                                    Fig. 4                     benigno.
                                               Le stime sulla mortalità della spagnola ripor-
                                            tate  da  diversi  autori  non  sono  univoche:  da
                                            quelle più prudenti – 21.000.000 di decessi – fino
                                            ai 100.000.000 citati da alcuni epidemiologi.
                                               In Italia i casi mortali furono circa 500.000, a
                                            fronte dei 6.000.000 di individui colpiti dall’epi-
                                            demia.
                                               Nella Regia Marina, che contava allora circa
                                            130.000 effettivi, i deceduti per la spagnola fu-
                                            rono 1117 nel 1918 e 124 nel 1919 (fig. 4).
                                               A Castellammare di Stabia, nella scuola mec-
                                            canici della R. Marina, su 542 allievi 400 furono
                                            colpiti dalla malattia e ben 33 non sopravvissero.
                                            Lo stesso capo della Sanità militare marittima, il
                                            tenente generale Filippo Rho, in un lavoro pub-
                                            blicato sugli Annali di Medicina Navale nel feb-
                          Fig. 5            braio 1919 (fig. 5) scriveva:
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