Page 139 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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II Sessione - L’eredità della guerra                                  137




              di igiene sperimentale, illustre malariologo e poi senatore del Regno, riteneva che
              la grippe, (detta anche la febbre dei tre giorni, altro termine con cui veniva chiamata
              anche la spagnola) presentasse le caratteristiche dell’influenza, solo un po’ più
              grave delle semplici forme catarrali; venne incriminato anche il bacillo di Yersin,
              invano; si dovette attendere il 1933 e l’ausilio del microscopio elettronico per
              avere la descrizione dell’agente eziologico e della sua tipizzazione.


                 Nel 1997, finalmente, Jeffery Taubenberger (fig. 6) dell’Armed Force Institute of
              Pathology di Washington, che aveva ritrovato e studiato dei preparati di tessuto
              polmonare di deceduti per la spagnola del 1918, ricostruì il genoma del virus A
              (H1N1) che causò la pandemia, con tecniche speciali che hanno carattere di ri-
              servatezza perché queste manipolazioni si possono prestare a essere utilizzate
              come armi biologiche. Nell’ultimo periodo della Grande Guerra alcuni giornali
              ipotizzarono che il bacillo che provocava la spagnola fosse uscito dai laboratori
              tedeschi, accusa ovviamente infondata.
                 Non essendo allora conosciuta l’eziologia della malattia, le norme di preven-
              zione adottate dal Governo italiano (era presidente del Consiglio dei Ministri Vit-
              torio  Emanuele  Orlando)  e  diramate  ai  prefetti  erano  di  fatto  generiche:
              disinfezione frequente dei locali pubblici o aperti al pubblico, delle strade, smal-
              timento rapido dei rifiuti, uso delle mascherine per il personale ospedaliero, pre-
              senza di sputacchiere a calce viva, ecc.. Altre misure vennero adottate dai singoli
              comuni: chiusura di teatri, chiese, scuole, fiere, proibizione di cortei funebri e di-
              vieto di suonare le campane a morto. Veniva raccomandata l’attenzione all’igiene
                                                         personale e, a questo proposito,
                                                         voglio ricordare un articolo pub-
                                                         blicato sul Popolo d’Italia nell’otto-
                                                         bre del 1918: «Che si impedisca a
                                                         ogni italiano la sudicia abitudine di
                                                         stringere la mano e la pandemia
                                                         scomparirà nel corso della notte».
                                                            Sulla stampa venivano quoti-
                                                         dianamente riportati prodotti pro-
                                                         mettenti  la  guarigione:  pastiglie
                                                         contro la tosse, disinfettanti per il
                                                         cavo  orale,  dentifrici,  preparati
                                                         contro la febbre e antinevralgici

                                 Fig. 7                  (fig. 7).
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