Page 144 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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142          Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione




              ai contadini, lo slogan che aveva scosso dalle fondamenta l’esercito russo e che
              ora lo stesso Governo italiano impugnava per evitare che altri lo facesse contro
              di lui.
                 Fu con questa idea che i reduci-contadini tornarono a casa nel corso della
              smobilitazione del 1919; oltre che con le altre promesse, alcune ben precise pen-
              sioni per gli invalidi, le vedove e gli orfani, altre più vaghe ma non meno impe-
              gnative pace con onore, libertà con ordine, lavoro per tutti.
                 Il clima al loro ritorno, però, non era quello di un Paese in festa. La decisione
              di smobilitare l’Esercito per classi di leva invece che per collocamento professio-
              nale, se da una parte facilitava le procedure, dall’altro immetteva disordinatamente
              decine di migliaia di giovani uomini nella vita di un Paese che per quattro anni
              aveva fatto a meno di loro. 4
                 Come tutti i gruppi minoritari anche i reduci cercarono la propria forza nel-
              l’unione fra loro. Le associazioni di combattenti erano già nate durante la guerra,
              soprattutto a opera degli invalidi tornati dal fronte, ma nel 1919 esse conobbero
              un potente aumento di adesioni.
                 Gli animatori erano nella maggioranza dei casi ex ufficiali, in genere giovani e
              provenienti dalla piccola borghesia, che avevano maturato un certo legame con
              la truppa e con i bisogni che essa esprimeva: maggiore partecipazione alla vita
              politica, maggiori provvidenze sociali e, sempre, la terra ai contadini. Alcuni gior-
              nali nati al fronte nell’ultimo anno di guerra, come Astico e Volontà, si erano fatti
              interpreti di questo spirito, cui non era estraneo anche un rifiuto della retorica e
              del nazionalismo fine a se stesso della destra nazionalista. 5
                 Tali tesi erano già state avanzate il 29 aprile 1917 quando i mutilati avevano
              fondato – non casualmente – a Piazza S. Sepolcro, la propria lega: l’Associazione
              Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG). Essa fu un tentativo, in
              parte riuscito, di canalizzare da parte dello Stato in un’associazione apolitica i co-
              nati sovversivi che i mutilati spesso manifestavano e che potevano intralciare lo
              sforzo bellico. Il 12 novembre 1918, con finalità non diverse, venne costituita
              l’Associazione Nazionale Combattenti, inizialmente ospitata dalla sede ANMIG.


                 della terra. (1915-1918), in: «Mediterranea. Ricerche Storiche», agosto 2009, n. 16.
              4  Le fasi della smobilitazione sono ben riepilogate in: ROCHAT, G., L’Esercito Italiano da Vittorio
                 Veneto a Mussolini. 1919-1925. Laterza, Bari, 2006.
              5  Per una storia dell’interventismo democratico all’interno del reducismo della Grande guerra
                 vedi SABBATUCCI, G., I combattenti nel primo dopoguerra. Laterza, Bari 1974.
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