Page 155 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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II Sessione - L’eredità della guerra                                  153




              per l’assistenza militare e le pensioni di guerra, fu incaricato di elaborare il primo
              passo della politica di riconoscenza nazionale verso i reduci: la tanto attesa legge
              di sostegno agli invalidi di guerra. Egli stesso esponente intransigente degli ex
              combattenti, De Vecchi riuscì però a deludere i reduci. La sua legge infatti, reto-
              rica a parte, era pur sempre condizionata dall’obbiettivo di ridurre i costi dell’as-
              sistenza. Per questa ragione previde una distinzione nell’importo della pensione
              tra militari di carriera e richiamati, e l’annullamento della pensione per le famiglie
              in grado di mantenersi. 31
                 Inoltre erano esclusi dalla pensione tutti i feriti che erano stati vittime di in-
              fortuni e non di combattimenti (dunque, d’Annunzio e lo stesso Mussolini com-
              presi).  Il  principio  che  si  voleva  imporre  era  insomma  che  solo  chi  avesse
              «riportato offesa da arma nemica o che nel periodo di trincea avanzata, a[vesse]
              contratto la infermità più comune e più frequente, il congelamento degli arti» po-
              tesse essere considerato mutilato di guerra. 32
                 Lo scopo, neanche tanto recondito, era di spezzare il fronte dei reduci che
              aveva nel Paese ampio seguito e che si era dimostrato di difficile gestione anche
              per il neonato regime fascista. La legge De Vecchi, insomma, creava per ciascuna
              categoria di reduci una specifica rivendicazione, diversa e in conflitto con tutte le
              altre. 33
                 Le violente proteste indussero Mussolini a sconfessare la legge De Vecchi e a
              formare una nuova commissione incaricata del problema delle pensioni ai reduci,
              al cui vertice fu nominato Giovanni Giuriati, invalido di guerra. Il 12 luglio del
              1923 la Camera approvò le nuove disposizioni all’interno della cosiddetta “Ri-
              forma Rocco”. 34
                 L’odiosa discriminazione introdotta da Vecchi era stata cassata, ma nel com-
              plesso anche questo provvedimento legislativo risultò inferiore alle attese: i mi-
              glioramenti economici infatti furono modesti e non a favore i soldati che anzi, se
              addetti ai servizi avrebbero subito una riduzione della pensione. Solo con molta
              parsimonia era prevista una ricollocazione dei disoccupati nelle amministrazioni
              pubbliche e un incremento della politica assistenziale per le vedove, i genitori an-
              ziani non in grado di mantenersi e gli orfani.


              31  Ivi, p. 175-176.
              32  «Il Bollettino», n. 4 1923, p. 11-12.

              33  Cit. in TANCI, V., Storia dei mutilati op. cit., p. 176.
              34  Ivi, p. 177.
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