Page 151 - Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione. Problematiche e prospettive - Atti 11-12 novembre 2019
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II Sessione - L’eredità della guerra 149
rigettata. Angelo Tasca definì l’orientamento del Partito «decisione bestiale». 20
Anche l’Associazione Nazionale Combattenti, del resto, aveva mantenuto un
atteggiamento prudente nei confronti delle occupazioni: così come aveva stig-
matizzato le manifestazioni nazionaliste e i primi conati del fascismo, allo stesso
modo essa rifiutò di appoggiare le iniziative illegali degli ex combattenti. 21
Privo di una sponda politica e di una vera organizzazione, il movimento di
occupazione delle terre (che a tratti era sembrato inarrestabile) ben presto rimase
così isolato e spaccato fra quanti – soprattutto al Nord – ponevano una pregiu-
diziale apolitica, e quanti al Sud volevano inquadrare l’azione in un progetto più
ampio di rinnovamento sociale.
Il 24 maggio 1919 l’ANC aveva tenuto la sua prima assemblea. Dalle sue de-
liberazioni uscì una linea contraddittoria: le rivendicazioni sociali e previdenziali
erano confermate, ma al tempo stesso erano sanciti la totale distanza dai partiti
politici ovvero da chi quelle rivendicazioni avrebbe dovuto attuarle, e il disinte-
resse per i problemi di politica generale nel cui contesto le rivendicazioni anda-
vano pur inserite.
Si arrivò infine alle elezioni. I combattenti non si presentarono in un unico
blocco; piuttosto diedero vita a liste separate in appoggio ai vari partiti politici (a
eccezione di quello socialista), dividendosi in base alle varie sfumature politiche.
A Mussolini, il cui movimento prenderà solo 4000 voti, fu rifiutata la presen-
tazione nella lista del Partito dei Combattenti di Milano.
L’interventismo democratico nel 1919 contava due liste di ex combattenti alleate. 22
La maggiore, il Partito dei Combattenti, superò il 4% portando 20 deputati, cui
si aggiungevano i 17 eletti in liste di partito. Il successo complessivo fu insomma
modesto anche se non dappertutto: a Bari, Cagliari e Cosenza le liste di ex com-
battenti superarono infatti il 30% dei voti. La possibilità di interpretare un ruolo
unitario nella politica era però fallita.
Ugualmente delusi furono i componenti delle liste liberali e radicali, i notabili
della vecchia politica che raggiunsero, tutti assieme, poco più del 15%.
Vincitori della tornata elettorale furono i due partiti di massa, quello Popolare,
col 20% dei suffragi, e quello Socialista, col 32%, ma si trattò di una vittoria fra-
gile: nessuno dei due aveva infatti la maggioranza dei seggi, e entrambi erano
20 DE FELICE, R., Mussolini il rivoluzionario, 1883-1920. Einaudi, Torino 1965, p. 426.
21 SABBATUCCI, G., I combattenti nel primo dopoguerra op. cit., p. 196-197.
22 DE FELICE, R., Mussolini il rivoluzionario op. cit., p. 431-432.