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152          Il 1919. Un’Italia vittoriosa e provata in un’Europa in trasformazione




              vittoria prevista per il 4 novembre. L’iniziativa avrebbe avuto un carattere apar-
              titico, ma la sua valenza avrebbe avuto delle ricadute politiche. 28
                 D’Annunzio convocò i mutilati a Gardone per il 28, deciso ad accettare l’of-
              ferta, ma il 25 annullò inspiegabilmente l’impegno. Delcroix arrivò a Brescia co-
              munque deciso a farsi ricevere: qui seppe però che d’Annunzio aveva ricevuto il
              24 una lettera dal prefetto di Milano Lusignoli, giolittiano, che proponeva al poeta
              la partecipazione in un nuovo governo di liberali, nazionalisti e popolari sostenuto
              da una parte dei socialisti e dall’ANC.
                 La manovra, probabilmente concepita dallo stesso Giolitti, era abilmente volta
              a scavare il terreno sotto i piedi di Mussolini, sfilandogli la leadership del com-
              battentismo grazie a d’Annunzio. Non si sa la risposta esatta che questi diede alla
              proposta, Certo è che poco dopo rimase vittima di uno strano incidente dome-
              stico che lo lasciò alcuni giorni fra la vita e la morte, impedendogli di partecipare
              agli eventi. 29
                 La reazione di Delcroix e delle associazioni combattentistiche una volta intuito
              il gioco in cui le si era volute coinvolgere fu estremamente amara: la politica aveva
              cercato una volta ancora di usarli senza rivelare loro i termini politici della que-
              stione. Ne uscì ancor più rafforzata la decisione di tenersi da allora fuori dagli
              eventi.
                 Il movimento degli ex combattenti non fu quindi presente a Roma il 28 otto-
              bre, mentre lo furono i nazionalisti, delle cui camicie azzurre pochi si accorsero e
              la cui azione finì annullata col fallimento del piano di Giolitti e la chiamata al go-
              verno di Benito Mussolini. 30


              Epilogo della vicenda previdenziale
                 Con l’arrivo al governo del fascismo, presentatosi come il legittimo interprete
              de “l’Italia di Vittorio Veneto”, era generale l’attesa di una generosa politica a fa-
              vore degli ex combattenti. Coerentemente con questa attesa, il quadrunviro fa-
              scista Cesare Maria De Vecchi, nominato nel governo Mussolini sottosegretario


              28  GENTILE, E., E fu subito regime. Il fascismo e la marcia su Roma. Laterza, Bari-Roma 2012, p.
                 126-129.
              29  Dopo la marcia su Roma contatti fra d’Annunzio e gli ambienti ostili alla ascesa al potere di
                 Mussolini continuarono ancora per qualche tempo, per poi essere bruscamente interrotti.
                 RIZZIO, G., D’Annunzio e Mussolini. La verità sui loro rapporti. Cappelli, Roma 1950, p. 10-13.
              30  Cfr. REPACI, A., La marcia su Roma: mito e realtà. Canesi, Roma 1963. Vol. I. p. 390 e sg.. Cit.
                 in TANCI, V., Storia dei mutilati op. cit., p. 219-220.
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