Page 141 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Il comando della Legione Carabinieri di Palermo
lative diramazioni). È interessante perché a noi serve sapere dove si trovano le ventotto
“famiglie” mafiose che abbiamo catalogate (di taluni componenti di esse conosciamo
i nomi – o sono al soggiorno o sono in carcere – di altri, invece, stiamo mettendo a
fuoco il tutto per stabilire la loro importanza nella zona); ci sono, infatti, molti interessi
contrastanti in atto per lo sviluppo a monte ed a oriente dove esistono dei “giardini”,
che dovrebbero essere trasformati in terreni edificabili. Naturalmente cominciano già
i contatti di sensali per lo “scambio”; ma questi, che vanno tentando lo “scambio”,
devono avere già avuto una qualche certezza che quanto loro presumono si verificherà.
Nel contesto di quella audizione, il 4 novembre 1970, il Colonnello dalla Chiesa con-
segnò alla Commissione Parlamentare una pianta della città di Palermo riportante
i grafici circa l’incidenza delle famiglie mafiose dedite al contrabbando di tabacchi,
gentilmente concessa dal Presidente della Commissione per la Biblioteca e per l’Ar- 137
chivio storico del Senato della Repubblica, Sen. Gianni Marilotti.
4. ANCORA UN CORLEONESE SULLA SUA STRADA
Dunque, il Col. dalla Chiesa cita in questo consesso il nome di Vito Ciancimino, poli-
tico palermitano all’apice della sua carriera al quale viene addebitato, in combine con
Salvo Lima , il famoso «sacco di Palermo». È una dichiarazione forte, coraggiosa, ma
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perfettamente in linea con il suo rigore morale e deontologico. Eppure, nessuno dei
Commissari accenna a una qualsiasi richiesta di chiarimento o di approfondimento
su una affermazione così scottante e clamorosa.
Nando dalla Chiesa, nell’autobiografia da lui curata di Carlo Alberto dalla Chiesa, In
nome del popolo italiano, fornisce qualche retroscena di questo passaggio ancora più cla-
moroso. Egli, infatti, riferisce che il 15 gennaio 1971, a poche settimane dall’emersione
del caso Ciancimino (ampiamente preconizzato dal Gen. dalla Chiesa nell’audizione
di novembre dello stesso anno), che lo portò nel dicembre 1970 alle dimissioni, la
Legione Carabinieri di Palermo trasmise alla Commissione parlamentare antima-
fia una relazione esplicativa sulla figura di Vito Ciancimino. Il documento agli atti
della Commissione, pur essendo firmato dal Col. dalla Chiesa, in realtà per larghi
tratti risulta rimaneggiato e rivisitato, a seguito della richiesta di acquisizione della
relazione da parte della 3^ Sezione Penale del Tribunale di Palermo che indusse il
neo-costituito «Comitato dei tre» (componenti della stessa Commissione) a formulare
delle proposte di «rielaborazione» del testo, «ritenuta necessaria per espungere nume-
rosi passi racchiudenti valutazioni soggettive dell’estensore del documento o notizie
non suffragate da obiettivi dati di fatto». Tale versione rielaborata della relazione,
tre anni dopo, verrà adottata dalla Commissione insediatasi nella VI Legislatura in
sostituzione di quella autografa del Colonnello dalla Chiesa.
Senza addentrarsi sulle valutazioni, corrette e coerenti, che Nando dalla Chiesa espone
analiticamente nel suo volume per avvalorare l’autenticità di un corposissimo rapporto
redatto presso la Legione Carabinieri di Palermo, verosimilmente nel 1973, e certamente
ascrivibile a suo padre, appare del tutto anomala la procedura seguita dalla Commissione
presieduta dall’On. Cattanei la quale, anziché richiedere precisazioni circostanziate sulle
dichiarazioni riportate nella relazione e ritenute non sufficientemente argomentate o,
16 Poi assassinato il 12 marzo 1992 dal killer Francesco Onorato, giunto sul luogo del delitto a
bordo di una motocicletta condotta da Giovanni D’Angelo, su ordine di Salvatore Biondino, in
qualità di «ambasciatore della Commissione di Cosa Nostra», presieduta da Salvatore Riina, a
causa delle mancate promesse in ordine all’annullamento in Cassazione della sentenza del c.d.
«maxiprocesso».