Page 142 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo



                                              tuttalpiù, apporre degli omissis, così come aveva già fatto sul testo dell’audizione, prende
                                              l’inedita iniziativa di riscrivere interi passi della stessa.


                Un'immagine riproducente Salvo Li-
                ma primo da sinistra e Vito Cianci-
                mino primo da destra. Foto da fonti
                aperte







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                                              A questo punto, appare necessario esaminare, sia pure per sommi capi, il contenuto
                                              della relazione originaria trasmessa dalla Legione Carabinieri di Palermo. Essa indica
                                              chiaramente il ruolo ricoperto dagli uomini politici maggiormente compromessi con
                                              le vicende mafiose e attribuisce una certa organicità di Vito Ciancimino al sistema di
                                              potere politico già descritto nel corso dell’audizione. Dopo una esaustiva descrizione
                                              della Corleone di fine anni ’40 e inizi anni ’50, la relazione riferisce che «la proiezione
                                              politica del Ciancimino trovò il suo avvio nella vicina grande città (n.d.r. Palermo) e il suo
                                              incoraggiamento nella ricerca di personaggi cui riferirsi a titolo di inziale ossigenazione;
                                              con la ovvia riserva di trarre, poi, quei vantaggi, dapprima riflessi e via via immediati,
                                              che le circostanze gli avrebbero suggerito». Giunto a Palermo, ottenne nel 1951 il
                                              lucroso appalto delle Ferrovie dello Stato dei trasporti dei carri ferroviari a domicilio
                                              per la città di Palermo. Nel 1954, forte dell’appoggio elettorale del corleonese e delle
                                              borgate di Palermo, diverrà Commissario Comunale per la Democrazia Cristiana di
                                              Palermo, mentre nel 1956 viene eletto Consigliere comunale nel capoluogo siciliano.
                                              Il giudizio del Col. dalla Chiesa sul politico corleonese diventa assai netto allorquando
                                              esamina il periodo di reggenza dell’Assessorato ai lavori Pubblici del Comune di Palermo
                                              dal 1959 al 1964: «Coincise con quello dello studio e dell’attuazione di uno strumento
                                              urbanistico (P.R.G.), definito da molti professionisti locali come un volgare piano particel-
                                              lare di utilizzazione ad uso e consumo dei singoli proprietari, in antitesi ad un principio di
                                              urbanizzazione razionale e moderna. Fu quello il periodo in cui si crearono le premesse
                                              perché lo sfruttamento di molte aree edificabili da parte di bene organizzate e note famiglie
                                              mafiose si traducesse nell’avvio ad una serie di gravi fatti di sangue, quale conclusione dello
                                              scatenarsi di ampi conflitti tra interessi ed influenze di opposte consorterie delinquenziali».
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