Page 392 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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alfonso manzo
Il Generale di Corpo d'Armata
Carlo Alberto dalla Chiesa saluta la
Bandiera di Guerra dell'Arma dei
Carabinieri presso la Scuola Allievi
Carabinieri di Roma. Foto Archivio
Comando Generale dell'Arma dei
Carabinieri - Ufficio Storico
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colarmente grato. E tale adesione incondizionata all’oramai suo ex Comandante, il
Gen. dalla Chiesa la manifesta in una lettera, a tratti struggente, del 30 maggio 1982,
nel corso della quale ripercorre il passaggio forse più significativo del suo discorso di
addio, riferendosi ad un «panorama che nel giorno del distacco avevo voluto tradurre
solo in un’espressione grata a quanti mi avevano condotto per mano e a quanti, mio
tramite ma in nome dell’Arma, avevano donato smalto e prestigio all’Istituzione; un
panorama nel quale ho lasciato Te, in piedi, come se sempre fossi stato alla guida di
tutti noi, come se a Te solo volessi affidare la somma dei miei sentimenti in tumulto,
perché tra i pochissimi capaci di coglierne la trasparenza e l’intensità, come se, così
facendo, la mia partenza potesse apparirmi meno dura e sofferta e macerante».
La penna ritorna poi alle emozioni provocategli dalle ultime ore trascorse nei ranghi
dell’Arma, grazie alla sensibilità del suo interlocutore: «[…] La scuola, la “nostra”
scuola (dove nessuno aveva mai voluto prima che entrassi!), la nostra Bandiera da-
vanti alla quale ho sostato a lungo, trattenendo le lacrime, meditando e cercando
il volto di tanti, il tuo discorso di saluto – così generoso, così benevolo, così ricco
di toni umani – tutto, d’improvviso, mi è balzato prepotentemente per sostenermi,
per incoraggiarmi, e per dirmi che l’Arma stessa, tramite il suo Comandante, mi è
ancora vicina, mi sarà sempre vicina!».
Ai rimpianti delle ultime giornate del suo cammino nell’Arma, si unisce lo sconfor-
to di un presente che si annuncia greve di incognite: «Ho dentro di me un vuoto
immenso, caro Comandante. Ho intorno a me la sensazione che tutto sia afono e
non abbia voce per affermare e per difendere un Credo, ho dinnanzi a me eserciti
di interrogativi per i quali nessuno mi aiuta a formulare risposte. Anche qualcuno
che, al di là di valori contingenti, avrebbe potuto costituire un trait-d’union valido
ad un “trapasso” meno traumatico, è mancato all’appuntamento con un destino da
me non voluto ed oggi bisogna che attinga con forza al mio orgoglio, al mio smalto
di carabiniere, alla volontà di donare e di essere ancora tra i tanti che, buoni, umili,
modesti, ignoti, chiedono di avere il giusto e di credere nel giusto. Oggi ho bisogno
di tanto per riuscire a non deludere! […] per me sei stato e rimani sì l’ultimo Co-
mandante, ma anche il più caro!».