Page 393 - Carlo Alberto dalla CHIESA - Soldato, Carabiniere, Prefetto
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Prefetto di Palermo


                                              Il ricordo di quei momenti indimenticabili «[…] sono ora qui, con me, a dirmi una
                                              volta di più che, volgendo indietro lo sguardo, il panorama è davvero stupendo e
                                              ricco di sole».



                                              3.  AL RIENTRO A PALERMO

                                              Il 12 maggio successivo incontrò, in mattinata, il Presidente della Regione Siciliana,
                                              Mario D’Acquisto e quello dell’Assemblea Regionale Siciliana, Salvatore Lauricella.
                                              Nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, a Villa Vithaker, sede della Prefettura di
                                              Palermo, incontrò una trentina di giornalisti. Nel resoconto di cronaca dell’incon-
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                                              tro , il giornalista Antonio Calabrò riporta alcune impressioni desunte dal discorso
                                              del Prefetto. Un riferimento ai Corleonesi di Luciano Liggio, il suo intento di non   389
                                              essere considerato «il Prefetto della repressione. C’è bisogno, qui in Sicilia, di far sì
                                              che i cittadini abbiano di nuovo fiducia nello Stato». Affrontare il fenomeno mafia
                                              piuttosto che limitarsi all’analisi dei singoli episodi delittuosi è la strategia che Egli
                                              indica di voler seguire.
                                              Il primo comunicato stampa della Prefettura di Palermo è incentrato su un problema
                                              che affliggeva molti cittadini palermitani, il rilascio delle patenti di guida. EGLI sape-
                                              va bene che l’inefficienza, se non addirittura l’inerzia, di tale servizio, oltre a creare
                                              continue lamentele, provocava il ricorso alla becera pratica delle raccomandazioni .
                                                                                                                         8
                                              Egli sapeva bene quanto fosse pervasivo il ricorso a tale espediente e quanto esso
                                              limitasse ed erodesse i legittimi diritti dei cittadini a favore di centri di potere pubblici
                                              e non. Numerosi erano stati i suoi interventi rivolti, nel ruolo di Comandante della
                                              Legione Carabinieri di Palermo, ai Reparti da lui dipendenti per censurare e bandire
                                              lo squallido fenomeno delle raccomandazioni. Ribadirà in chiaro il suo punto di vista
                                              in merito, alcune settimane dopo, estendendo il concetto al paternalismo mafioso,
                                              durante la famosa intervista a Giorgio Bocca  quando affermerà: «Ho capito una cosa,
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                                              molto semplice ma forse definitiva: gran parte delle protezioni mafiose, dei privilegi
                                              mafiosi certamente pagati dai cittadini non sono altro che i loro elementari diritti.
                                              Assicuriamoglieli, togliamo questo potere alla mafia, facciamo dei suoi dipendenti
                                              i nostri alleati».
                                              Sul fronte delle attività proprie del Prefetto, si è trovata traccia che, il 31 maggio 1982,
                                              Carlo Alberto dalla Chiesa convocò una riunione del Comitato Provinciale dell’Or-
                                              dine e della Sicurezza Pubblica, alla quale parteciparono il Questore, il Comandante
                                              del Gruppo Carabinieri, il Comandante del Gruppo della Guardia di Finanza, il
                                              Comandante del Nucleo Regionale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza,
                                              il Comandante della Sezione di Polizia Stradale. Erano inoltre presenti Vincenzo
                                              Pajno, Procuratore della Repubblica di Palermo, e il suo Aggiunto. In premessa, il
                                              Prefetto indicò lo scopo della riunione nella volontà di implementare le indagini sugli
                                              ultimi omicidi di matrice mafiosa occorsi e di evidenziare che la mafia non consisteva
                                              soltanto in una forma di criminalità organizzata, bensì manifestava collegamenti con
                                              vari attori esterni, incluso quello statale. Per combattere la mafia – aggiungeva – oc-
                                              corrono, oltre che mezzi straordinari, soprattutto «unitarietà di intenti, intelligenza
                                              e fantasia». Si rendeva indispensabile, dunque, un colloquio costruttivo tra tutte le
                                              Istituzioni preposte alla sicurezza pubblica, evitando tentativi di primeggiare l’una
                                              sull’altra e puntando a risultati positivi, allo scopo di restituire fiducia ai cittadini e
                                              accrescere la credibilità dello Stato. Da buon maratoneta dell’operatività, il Prefetto


                                              7  Tratto dall’articolo de «L’Ora» del 13 maggio 1982.
                                              8  Articolo di spalla a p. 6 de «L’Ora» del 19 maggio.
                                              9  Tratto dall’articolo Come combatto la mafia pubblicata il 10 agosto 1982 su «la Repubblica».
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