Page 219 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Quando fu contattato, Livio Moratti era cameriere alle dipendenze del mag-
                     giordomo, Mr. May, al servizio dell’ambasciatore inglese presso la Santa Sede
                     dal 1938.
                        Il Moratti era nato il 17 febbraio del 1912 in un paesino in provincia di Udine,
                     da famiglia modestissima: quando fu interrogato nel 1944 dal controspionag-
                     gio inglese e italiano, fu considerato di normali caratteristiche. Altrettanto era
                     riportato sulla sua scheda personale, redatta all’epoca dall’ufficiale del S.I.M.
                     interrogante, ove fu annotato un ulteriore giudizio: discreto simulatore. 27   27    AUSSME,  Fondo
                        Una vita normale e banale, si potrebbe dire: dal 1934 al 1936 aveva presta-    S.I.M., 1^ Divisio-
                                                                                                       ne.
                     to servizio nell’Esercito, 8° Reggimento Genio; congedato in quell’anno, era
                     andato a Roma, dove aveva trovato lavoro come cameriere, prima in alcuni
                     ristoranti e in seguito in case private, cambiando alcuni datori di lavoro, fino
                     al 1938, quando dovette lasciare il suo impiego poiché si trovava in una fami-
                     glia di origini ebree e questo non era permesso dalle Leggi Razziali appena
                     promulgate. Attraverso un’agenzia aveva allora trovato lavoro all’Ambasciata
                     inglese presso la Santa Sede in Via Mercadante 36, dove vi erano altri camerieri
                     italiani. Nel gennaio 1941 l’Ambasciata si trasferì in Vaticano per lo scoppio
                     della guerra, con tutto il personale, anche domestico.
                        Secondo le sue stesse dichiarazioni, nel gennaio o febbraio del 1942, un gior-
                     no in cui era libero dal servizio, nei pressi della Stazione ferroviaria, fu avvici-
                     nato da un certo ‘Signor Nuvolari’, cioè il maresciallo Greffi, che dopo averlo
                     convinto lo condusse presso il Comando dei Carabinieri di Via del Viminale
                     dove fu ricevuto da un signore in borghese, dall’accento meridionale: dettaglio
                     riferito dallo stesso Moratti in un interrogatorio reso al controspionaggio del
                     S.I.M., nella persona del maggiore Guido Ripoli.  Lo aveva ricevuto proprio    28    Il  maggiore  Ripo-
                                                                     28
                     Manfredi Talamo, che, originario della provincia di Napoli (Castellamare di       li  era  a  capo  del
                                                                                                       Gruppo  C.S.  del-
                     Stabia), aveva mantenuto l’accento caratteristico.                                la  Sezione  ‘Bonsi-
                                                                                                       gnore’. Prima del-
                        Fu chiesto al Moratti di asportare alcuni documenti che erano custoditi nei    l’8 settembre 1943,
                     locali della ambasciata per consegnarli ‘in prestito’ per un’ora, un’ora e mezzo;   aveva diretto l’Uf-
                                                                                                       ficio ‘I’ del Coman-
                     inoltre gli fu chiesto di provare, con alcune chiavi che gli sarebbero state conse-  do della 11^ Arma-
                                                                                                       ta e dopo l’armisti-
                     gnate, se una certa cassaforte poteva essere aperta. Il Moratti nel suo interroga-  zio era stato invia-
                                                                                                       to in Sardegna, uf-
                     torio riferisce di avere avuto una ‘certa riluttanza’ ad accettare l’incarico.  Poi le   ficialmente nel set-
                     sue remore erano cadute di fronte al senso patriottico della vicenda… ma anche    tore  logistico  ma
                                                                                                       in  realtà  integrato
                     e soprattutto per l’interessante ricompensa in denaro, secondo la personale opi-  nell’attività  infor-
                                                                                                       mativa.
                     nione del Greffi condivisa dal maggiore Ripoli.
                        Moratti si attivò e, ricevuto il duplicato delle chiavi, provò con successo; la
                     settimana successiva, alle sei del mattino, portò ad una macchina che l’atten-
                     deva vicino a Piazza San Pietro ben tre cifrari ‘dalla copertina rossa’, come da
                     lui precisato. Dopo un’ora e mezza i preziosi documenti gli venivano restituiti
                     e egli  provvedeva a riporli nella cassaforte.
                        Moratti non ebbe altri incarichi fino all’aprile del 1943 quando gli fu chiesto
                     di trovare alcune tabelle di cifratura e di sopracifratura: le trovò e con altri






                                                           Il s.I.M. per l’estero e all’estero                 219
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