Page 225 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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il Centro controspionaggio della capitale con uno stipendio fisso, per inden-
nizzarlo della mancata liquidazione che gli era stata promessa dal Battaglione
808° C.S. per i servizi resi. Non risulta, tuttavia, che sia stato poi impiegato nel 33 V. ibidem.
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S.I.M., forse anche perché la situazione finanziaria italiana nel periodo post-
bellico era particolarmente difficile e non vi erano molte possibilità di incre-
mentare il numero degli informatori, che effettivamente andò drasticamente
riducendosi.
Qualunque fosse la vera ragione, se questa dichiarata o motivi di diversa
natura, nel 1949 il Costantini era rimasto senza risorse; fece allora appello alle
autorità e da una minuta del 23 agosto di quell’anno si ricavano le seguen- 34 AUSSME, Fon-
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do SIM, 1^ Divi-
ti notizie: effettivamente il Costantini durante il periodo di clandestinità era sione, 23 agosto
stato di grande utilità al fronte della Resistenza ed era servito da tramite tra 1949.
il comandante del Fronte stesso, generale Quirino Armellini, e l’ambasciatore
inglese D’Arcy Osborne, riuscendo ad ottenere che alcuni elementi della Resi-
stenza fossero ospitati in edifici che godevano di extraterritorialità.
Nonostante una gratifica di 120.000 Lire, ricevuta alla fine della guerra come
indennizzo per il licenziamento dall’Ambasciata inglese, Secondo Costantini
versava in difficoltà economiche e aveva chiesto all’Armellini, che era al SIFAR,
di essere aiutato nella concessione di una licenza per la rivendita di tabacchi.
L’Ufficio si fece portatore dell’istanza alla Segreteria particolare del Ministro
della Difesa. Non ci sono documenti circa l’esito della richiesta.
Per meglio comprendere la vicenda della collaborazione di Secondo Costan-
tini con il S.I.M., occorre conoscere che anche il fratello aveva già operato con il
Servizio: si tratta di Francesco, nato due anni dopo Secondo, nel 1894. In una
lettera del 10 luglio 1943, firmata proprio da Manfredi Talamo ormai tenente
colonnello e sempre a capo del Centro C.S. di Roma, si afferma che Francesco
era stato effettivamente impiegato all’ambasciata inglese per circa venti anni,
fino al 1931, e che aveva reso fino ad allora buoni servizi nella sua collabora-
zione come informatore, pur mostrandosi assai venale. Dal tono della lettera si 35 AUSSME, Fondo
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SIM, 1^ Divisio-
evince chiaramente che Talamo non ne aveva alcuna stima come essere uma- ne, 10 luglio 1943.
no. Francesco, come al-
tri, dopo la guerra
Questo giudizio era ampiamente condiviso, ovviamente all’insaputa di Ta- vendette le sue Me-
morie al giornale
lamo, dai sovietici ai quali Francesco forniva una media di centocinquanta do- “Candido”: Gli oc-
cumenti a settimana. Il Capo Centro sovietico in Roma scriveva che Francesco chi del SIM nell’Am-
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basciata inglese, nel
collaborava solo per denaro e che non nascondeva questa sua inclinazione: ve- 1957, in quattro
parti.
niva considerato comunque un ottimo agente. Dopo il licenziamento nel 1931 36 Cfr. Christopher
dall’ambasciata e nel 1936 dal S.I.M., aveva messo in luce non buone qualità Andrew e Vasili Mi-
trokhin, The KGB in
morali e addirittura, nel 1939, aveva offerto la sua collaborazione ai servizi Europe and the West,
the Mitrokhin Archi-
tedeschi e per questo era stato diffidato dallo stesso Talamo a non interessarsi ve, Londra, 2000,
ed. 8, economica, p.
più ad attività informative. 46-47; 67-68.
Un documento del Comando Supremo, S.I.M., Centro C.S. di Bologna, nel
Il s.I.M. per l’estero e all’estero 225