Page 345 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Naturalmente, l’attività che ferveva nei campi di internamento non poteva
sfuggire all’attenzione dei Servizi tedeschi che cercarono a loro volta di infiltra-
re loro elementi nei campi, brillantemente neutralizzati dagli uomini di Denari
e Verri.
Contemporaneamente, la posizione di Bianchi, quale addetto militare, gli
permetteva di frequentare ufficialmente circoli militari svizzeri e questi contat-
ti gli facilitavano il mantenimento delle comunicazioni clandestine dirette con
l’Italia, utilizzando a volte il loro apparato radio.
Denari, invece, con la sola copertura diplomatica, poteva collegarsi con la
Centrale S.I.M. attraverso Londra per due motivi: il primo era costituito dalla
reale difficoltà di comunicare con l’Italia liberata; il secondo era dovuto al fatto
che il controspionaggio italiano era sotto ‘tutela’ dell’intelligence inglese che
impartiva le direttive. 184 184 NARA, RG 226,
Il personale operante in Svizzera per il Centro C.S. del S.I.M. non era stato NND – 750140, ot-
tobre 1944.
ovviamente tutto militare, anche prima dell’armistizio, pur ricoprendo ruoli
interessanti.
Un esempio fra i tanti. Nella comunità italiana residente in Svizzera viveva
un certo Almerigotti, giornalista italiano, di madre di religione ebraica, che
aveva collaborato nel periodo fascista e reso segnalati servigi all’attività dello
spionaggio italiano verso gli Stati Uniti. Aveva potuto ottenere buone infor- 185 NARA, RG 226,
185
mazioni grazie a uno dei suoi ‘atout’ più importanti: la stretta parentela con NND-937196, feb-
braio 1944.
Fiorello la Guardia, sindaco di New York, che gli permetteva entrature nei mi-
gliori circoli americani, inglesi e elvetici. 186 186 NAUK, KV3/318.
Nel 1942 il S.I.M., valutata la particolare posizione sociale dell’Almerigotti,
aveva deciso di usarlo come agente doppio contro gli inglesi, facendolo infil-
trare nell’intelligence britannica: occorreva la giusta presentazione. Almerigotti
conosceva bene l’addetto militare degli Stati Uniti a Berna e seppe manovrarle
nel modo giusto così che l’ufficiale americano fece, non volendo, un favore al
‘nemico’ presentando l’italiano al collega inglese in uno dei club militari più
esclusivi di Berna.
Almerigotti frequentò quindi assiduamente, l’ambasciata britannica, facen-
do intendere di essere a ‘disposizione’; il S.I.S, avendolo valutato, ne accettò
le ‘credenziali’, prestando fede al suo preteso ‘antifascismo’, credibile per le
origini materne e la illustre parentela.
Avendolo ‘arruolato’ come agente, gli chiesero di trasferirsi per qualche
tempo a Roma, dove avrebbe ricevuto in seguito istruzioni sui compiti da as-
solvere.
Sicuri di avere una ennesima fidata pedina nel cuore del fascismo, gli inglesi
di Berna decisero di mandare in Italia l’agente del S.I.S. britannico Elio Andre-
oli, cittadino svizzero, per organizzare la consegna di materiale per sabotaggi.
Non potevano sapere che quell’agente era ben conosciuto dal controspionag-
gio italiano di Lugano, che da tempo lo teneva sotto controllo. Il S.I.M., interes-
Il s.I.M. per l’estero e all’estero 345