Page 352 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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momento anche i Servizi anglo-americani non ne seppero più nulla.
                                      Il vice console di Beira, Ettore di Bona, aveva lo stesso incarico e svolgeva
                                   attività  informativa  nell’area  settentrionale  dell’Africa  orientale  portoghese.
                                   Gli italiani si riunivano nella capitale del Mozambico, all’Hotel Cardoso, dove
                                   spesso li raggiungeva il Manna.
                                      Campini, arrivato nel dicembre 1941, era ardente fascista come il di Bona.
                                   Si diceva fosse stato mandato in Mozambico per ‘svegliare’ gli italiani in quel
                                   remoto angolo del mondo e migliorare le relazioni fra i connazionali e la co-
                                   munità tedesca.
                                      Subito  dopo  il  suo  arrivo  aveva  iniziato  a  cercare  notizie  sui  movimenti
                                   mercantili  e  in  questa  attività  era  esperto  essendo  già  stato  ad Aden  prima
                                   della  guerra.  Erano  suoi  agenti  alcuni  membri  della  comunità  italiana  e  un
                                   impiegato del Consolato.




                                   10.  L’intelligence  italiana  in  Sud  America,  Centro  America  e
                                        U.S.A.

                                      Non sono moltissime le notizie circa l’attività di spionaggio e controspionag-
                                   gio in Sud America.
                                      Secondo le informazioni fornite nel 1944 ad agenti dell’FBI dal colonnello
                                   Edmondo de Renzi del S.I.M., dall’ormai generale Carlo Sirombo e dal mag-
                                   giore Raffaele Barbieri della Sezione intercettazioni, la rete informativa militare
                                                                                                            195
                 195   NARA,  RG  226,   italiana in Sud America aveva iniziato a organizzarsi solo a guerra iniziata.
                   NND – 917174, 25
                   agosto 1944.       Quando nel giugno 1941 il colonnello de Renzi fu messo a capo di un settore
                                   del controspionaggio, gli fu ordinato di organizzare una rete negli Stati Uniti, in
                                   Messico, nel Centro e nel Sud America nel quadro di quello sviluppo all’estero
                                   fortemente voluto da Amé. La presenza degli addetti navali e aeronautici in
                                   quei luoghi aveva già dato buoni risultati ma tutto il controspionaggio, ormai
                                   accentrato nel S.I.M., necessitava di ‘antenne’ specifiche.
                                      Fu inviato un gruppo di sei agenti a operare per conto del S.I.M.: il capitano
                                   Virgilio Valli, che assunse il nome di Luis Bonassi; Angelo Pozzi, Andres Angel
                                   Bonzo e un certo “Zarco”, conosciuto come Zelalic Zarco Jorge Lasarovic, sem-
                                   pre che questo fosse il suo vero nome.
                                      Con Valli e Bonzo lavoravano due tecnici delle comunicazioni radio-telegra-
                                   fiche, il sergente maggiore Arnaldo Perfetto e Aleardo Zaffanella.
                                      I sei partirono per l’Argentina nella primavera del 1942, via Spagna e ar-
                                   rivarono in Sud America su un mercantile spagnolo. I documenti di viaggio
                                   rilasciati a Valli e Bonzo erano falsi passaporti argentini; Valli, che era entrato
                                   nell’esercito nel 1938, prima del 1942 era stato impiegato a Casablanca, dove
                                   però era stato scoperto dalle autorità francesi che ne avevano richiesto il ritiro. Il
                                   S.I.M. decise allora di dargli una nuova identità e una missione lontana. Bonzo
                                   aveva nazionalità italiana e argentina ed era perfettamente bilingue.





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