Page 354 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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Nell’ottobre 1941 il conte fu contattato da Enzo Di Vicino, che era a Rio dopo
                                   aver ultimato il suo lavoro in una missione navale italiana in Venezuela. Di Vi-
                                   cino aveva con sé una radio trasmittente e propose al Di Robilant di organizzare
                                   una rete di osservazione dei movimenti delle navi americane e inglesi. Di Ro-
                                   bilant accettò e organizzò quanto richiesto con alcuni collaboratori, nasconden-
                                   do il centro del sistema in una azienda agricola che allevava conigli, costituita
                                   per l’occasione fuori Rio. Apparentemente, tuttavia, la radio non funzionava
                                   molto bene in quanto i messaggi potevano giungere fino a una baia non molto
                                   distante. Roma non riceveva alcuna trasmissione. Di Robilant seguì allora la
                                   procedura che gli aveva indicato il Di Vicino e si mise in contatto a Buenos Aires
                                   con l’addetto navale, ricevendo l’istruzione di continuare a trasmettere. Roma
                                   avrebbe dato segni di ricezione tramite un messaggio inserito in un programma
                                   della EIAR indirizzato alla famiglia ‘Dino Rava’ ma Di Robilant asserì di non
                                   essere mai stato in grado di ascoltare quel programma.
                                      Nell’agosto 1942 queste operazioni dovettero essere sospese perché Di Ro-
                                   bilant fu scoperto e arrestato sebbene la rete fosse riuscita ad inviare a Roma
                                   solo due messaggi, forse nemmeno ricevuti. Che le trasmissioni fossero davve-
                 196   AUSSME,  Fondo   ro difficili è documentato anche nel Diario Storico del S.I.M.:  il 23 marzo 1942
                                                                                              196
                   S.I.M., 10^ divisio-
                   ne, 23 marzo 1942.  gli organi tecnici precludevano la possibilità di funzionamento di una radio
                                   clandestina a bordo di piroscafi perché la massa metallica impediva l’uso di una
                                   antenna interna. Il collegamento pertanto doveva essere effettuato o usando la
                                   radio di bordo o con telegrammi convenzionali dalle Americhe a indirizzi ‘di
                                   rilancio’. Per ambedue i sistemi fu fornito dalla Centrale un cifrario convenzio-
                                   nale ma le comunicazioni con Roma restarono una vana speranza.
                                      A Bahia trasmetteva un’altra radio clandestina operata, probabilmente, da
                                   Mario Comini, impiegato nella Compagnia Brasiliana del Legno costituita con
                                   capitali italiani. Comini aveva fama di essere una spia italiana e i vicini lo ave-
                                   vano  denunciato.  Effettivamente  le  autorità  brasiliane  avevano  intercettato
                                   molti segnali radio sospetti provenienti da quella zona, ma non riuscirono mai
                                   a individuarne l’esatta provenienza, il che salvò il Comini dall’arresto.
                                      A Panama, era ancora il Ministro italiano a condurre attività informativa osti-
                                   le verso gli Stati Uniti; probabilmente era riuscito ad ottenere il piano segreto
                                   delle difese del Canale, attraverso un ingegnere che lavorava per quel governo,
                                   e inviato a Roma grazie ai buoni uffici  dell’ambasciata giapponese. Era comun-
                                   que assodato che l’ambasciata era il centro della raccolta informativa.


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                                      Per quanto riguarda l’America del nord, secondo vari documenti dell’F.B.I.
                                   del 1943 e 1944, l’Italia non aveva fatto molti sforzi di penetrazione informativa
                                   omettendo la creazione di  una rete particolare e preferendo agire in America
                                   Latina, visto che, per gli Stati Uniti, ricevevano molte informazioni dai tedeschi






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