Page 359 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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persona che avesse ricevuto un pagamento doveva darne ricevuta firmata con Philadelphia
un nome convenzionale seguito da una sigla che era l’identificativo dell’agente, 1940.
ad esempio Luigi A/42/F. Quando non fosse stato possibile avere la firma di chi
riceveva il denaro, allora poteva firmare colui che aveva materialmente conse-
gnato la somma e chi aveva la responsabilità dei fondi dedicati a quell’attività.
Su ogni ricevuta doveva essere annotata la ragione del pagamento, la valuta e
l’equivalente in lire italiane, marcato in rosso a margine. Dettagli a conoscenza
degli americani.
L’F.B.I. aveva anche avuto indicazioni di riunioni di rappresentanti di ditte
e agenti dello spionaggio italiani. I businessmen erano in ottima posizione per
avere qualsiasi tipo di informazioni grazie ai contatti legati ai loro affari. Alcuni
erano sotto la lente del Bureau che cercava prove certe per farli dichiarare enemy
aliens.
Alcuni Centri attivi (non istituzionali) si trovavano a New York, Chicago,
Philadelphia, New Orleans, San Francisco e Los Angeles: in queste città vi erano
osservatori che raccoglievano e inviavano informazioni d’interesse per il Go-
verno italiano. L’F.B.I. sapeva che non era facile per quegli agenti trasmettere
informazioni lunghe e dettagliate attraverso sistemi radio in codice e quindi
sospettava che i rapporti venissero inviati riuscendo a contattare sommergibili
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