Page 50 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
P. 50
Nella pagina a così redatte, erano paradossalmente quelle più interessanti: una volta scoperta
fianco: la chiave di lettura erano, infatti, quelle che confidavano notizie più succose
primo foglio di
uno dei numerosi proprio perché chi le inviava si era dato la pena di celarne il contenuto.
rapporti redatti Tutti gli Uffici Censura potevano comunicare notizie di rilievo ma il massi-
dal G-2 della 5^ mo rendimento era quello degli Uffici Censura addetti alla posta estera e quelli
Armata.
istituiti presso i campi di concentramento dei prigionieri di guerra. Entrambi
gli Uffici, all’epoca della prima guerra mondiale, dipendevano dal Comando
Supremo, Ufficio Informazioni; erano organizzati con criteri speciali ed erano
forniti, con larghezza, di mezzi e di personale e di tutti quei ritrovati tecnici che
servivano per operare la censura della corrispondenza con procedimenti sicu-
ri. Il personale addetto doveva essere molto abile, scelto con criterio, addestra-
to e non molto usurato perché il lavoro di censura era considerato un’attività
snervante, richiedendo una continua intelligente attenzione.
Inoltre gli operatori del settore erano degli specialisti, dovendo conoscere
la lingua letteraria e quella parlata nella zona di cui si interessavano, compresi
gli eventuali dialetti perché spesso la corrispondenza era redatta da persone
di scarsa alfabetizzazione. Non è un caso che nella prima guerra mondiale la
Germania, ad esempio, avesse utilizzato dei prigionieri di guerra per questo
speciale impegno, concedendo loro particolari privilegi. È evidente che i pri-
gionieri erano sottoposti al più ferreo controllo ma vi era ragione di ritenere
che il loro lavoro avesse dato ottimi risultati.
Nei vari Uffici per la censura il personale doveva essere diviso per gruppi
linguistici con a capo uno o più istruttori che sorvegliavano il lavoro dei censo-
ri e provvedevano a istruire il nuovo personale; questi supervisori regolavano
anche lo svolgimento del lavoro del loro gruppo, a seconda dell’esigenza del
momento, e potevano apportarvi tutte le modifiche necessarie nell’interesse
del servizio.
Non era facile avere delle scuole per preparare tale personale perché,
nell’opinione di Tripiccione, solo dopo circa 15-20 giorni le reclute del servizio
censura iniziavano a dare un certo rendimento; ovviamente gli istruttori ser-
vivano soprattutto negli Uffici istituiti presso i campi di concentramento dei
prigionieri; gli Uffici di censura estera avevano un’organizzazione prestabilita
con un organico pressoché immutabile, mentre quelli presso i campi di con-
centramento, istituiti già all’inizio della guerra, dovevano avere un struttura
flessibile in funzione dell’eventuale aumento dei prigionieri e del prolungarsi
della guerra che induceva i prigionieri a scrivere maggiormente.
Nella censura si poteva far uso del personale femminile… però la donna dava
un rendimento inferiore a quello dell’uomo, perché più debole e più incline alla distra-
zione… ancora una volta trapela lo stereotipo dell’immaginario collettivo di
quel periodo storico sul genere femminile.
Un buon censore in genere aveva turni non superiori a quattro - cinque ore
al giorno e il periodo doveva essere suddiviso in due riprese per mantenere
viva l’attenzione, in quanto l’esperienza aveva dimostrato che un bravo ele-
50 Carte segrete dell’IntellIgenCe ItalIana